Beppe Grillo vuole far mangiare grilli e larve ai piccolini? Ecco perché è una follia
Meglio i grilli nel piatto o i gamberi al partito? Mentre il Movimento 5 Stelle oramai è la metafora vivente del crostaceo noto per le retromarce, Grillo con la maiuscola, vira sul grillo (con la minuscola) come possibile ospite nelle nostre diete. Così, sul suo blog, come noto incentrato su tecnologia ed evoluzioni nei vari campi dello scibile umano, pubblica un post che solo a leggere il titolo fa venire i conati: «Alimentazione sostenibile: grilli, larve e locuste ai bambini delle elementari». E racconta, nel testo, di un'iniziativa nel Regno Unito, dove «un team di accademici dell'università di Cardiff e dell'Uwe di Bristol stanno sperimentando pasti a base di insetti per i bambini delle scuole elementari. Il progetto mira a scoprire come variano gli atteggiamenti» dei più piccoli «nei confronti delle questioni ambientali e come tali cambiamenti influiscono sul cibo che mangiamo». Il comico sottolinea: «Ci sono circa 2.000 specie di insetti commestibili in tutto il mondo, molti dei quali ricchi di proteine» i quali «possono offrire un'alternativa sostenibile alle proteine tradizionali presenti nella carne e nella soia. Ciò potrebbe contribuire a ridurre i 64 milioni di tonnellate di anidride carbonica emesse ogni anno dalla produzione e dal consumo di prodotti a base di carne».
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Al di là dell'aspetto apparentemente di colore della questione, la questione è molto seria. Riguarda il futuro del nostro comparto agroalimentare e, ovviamente, il grimaldello della "sostenibilità". Il punto viene toccato, ieri, da Raffele Nevi, deputato e responsabile dipartimento agricoltura in Forza Italia. «Rilanciando dal proprio blog il consumo di insetti a tavola - scrive - Grillo vanifica tutti gli sforzi che si stanno facendo per far capire al mondo intero che la dieta mediterranea è la ricetta migliore per tutelare la salute umana e, allo stesso tempo, salvaguardare la filiera dei nostri prodotti e quindi le nostre imprese». Questione emersa con dirompenza quando, alcuni mesi fa, è arrivato il via libera dall'Unione Europea per l'arrivo sulle nostre tavole della «locusta migratoria», del «grillo domestico» e «tarma della farina».
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Allora, fu Coldiretti a sottolineare che «una corretta alimentazione non può prescindere dalla realtà produttiva locale, nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati». Peraltro, avvertiva l'associazione, questa novità pone anche questioni «di carattere sanitario e salutistico, considerando che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come Cina o Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari». E allora con un quadro del genere trionfa l'utente medio di Twitter, dove il post dell'Elevato è stato accolto con un coro di pernacchie: Caro Beppe, «i grilli mangiateli tu».
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