Laura Boldrini eroina degli antisionisti: la foto, ecco che cosa state vedendo
È stata l'eroina degli immigrazionisti, quindi la campionessa degli antisessisti, ora le mancava al cursus honorum solo il diventare il riferimento degli antisionisti.
La deputata dem Laura Boldrini da alcuni giorni è in visita in Israele dove sta tenendo una serie di incontri con personalità della società civile e della politica sia israeliane che palestinesi. Ieri era in Cisgiordania, l'area nell'est di Israele che i palestinesi reputano autonoma da Tel Aviv sulla base degli accordi di Oslo del 1993, mentre gli israeliani chiamano col nome di "territori contesi", essendo l'accordo definitivo tra Israele e Palestina ancora ben lontano da venire. Su questa base gli israeliani, da tempo, hanno ripreso a edificare case e ad abitare in quella zona: sono le costruzioni dei coloni che i palestinesi reputano una forma di occupazione. E lo reputa anche la Boldrini che su Facebook avverte: «Visitiamo i territori palestinesi occupati».
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E quindi racconta le condizioni in cui i militari israeliani costringerebbero a vivere i palestinesi: «senza accesso all'acqua e all'elettricità», con «case demolite», senza «il permesso né di camminare, né girare in auto lungo alcune strade, né di avere attività commerciali». Questo racconto porta la Boldrini a ricordare che «mantenere l'occupazione israeliana della Palestina vuol dire vivere in uno stato di conflitto permanente» e ad auspicare «l'unica strada possibile: due popoli, due Stati».
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Ma il problema non sono tanto le parole della Boldrini, tutto sommato ragionevoli considerato il suo arcinoto approccio filopalestinese; quanto i commenti dei suoi follower su Facebook che si scatenano con le più pesanti frasi antisioniste. C'è un'utente che chiede «un'azione di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro lo stato occupante e di apartheid» e contro «la perenne impunità dell'occupante sionista», un'altra che parla di «campi di concentramento in cui sono racchiuse due generazioni di Palestinesi». E c'è chi, oltre a boicottaggio e sanzioni, chiede all'Occidente di inviare armi ai palestinesi proprio come fa con gli ucraini: «Non vedo nessuna possibilità di miglioramento per i palestinesi se la comunità internazionale non agisce contro Israele come sta facendo contro Putin», si legge in un commento. E c'è anche chi ribalta la verità storica, notando come il terrorismo, anziché da alcune formazioni palestinesi, sia portato avanti dallo Stato di Israele: «Teniamo presente», avverte un'utente, «che Israele è nato dal terrorismo». Ecco, se intenzione della Boldrini era parlare il «linguaggio della riconciliazione» tra filo-palestinesi e pro-israeliani, si può dire che già in Italia il suo obiettivo sia clamorosamente fallito. Figuriamoci in Terrasanta.