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Matteo Salvini a Mosca, indaga pure il Copasir: "Verifiche sul mediatore Antonio Capuano"

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La politica continua a parlare del possibile viaggio di Matteo Salvini a Mosca. Con toni che vanno dal gelido all'irridente, e non solo nel centrosinistra. Anche perché siamo già in vista del 12 giugno, con la combo amministrative e referendum sulla giustizia. Il segretario della Lega in mattinata ha predicato unità nelle chat del partito ribadendo che "la Lega è una grande squadra, che ha vinto e vincerà ancora a lungo, per questo il tentativo di alimentare litigi e divisioni si ripete sempre uguale, noioso e inutile". "Chiediamo delle risposte. Questa vicenda non può concludersi così", insiste il segretario dem Enrico Letta. "Mentre la crisi era in corso c'erano trattative, non si sa autorizzate da chi e in quale forma e modo, con l'invasore russo da parte di un partito di governo. Chiediamo chiarezza, non è una vicenda che può concludersi a tarallucci e vino". La risposta di Salvini è arrivata subito dopo. "Noi da settimane lavoriamo per la pace, dialogando con tutti per arrivare a un cessate il fuoco, mentre il Pd parla solo di armi e guerra. Più chiaro di così..." ha replicato l'ex ministro dell'Interno su Twitter.

 

 

 

 

La situazione s'è complicata quando il Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica ha reso noto di aver avviato "le usuali procedure informative previste" sull'attività "che sarebbe stata svolta, come emerge da notizie stampa, dall'avvocato Antonio Capuano nei confronti di alcune rappresentanze diplomatiche presenti nel nostro Paese su temi inerenti la sicurezza nazionale". Capuano, consigliere di Salvini, ha lavorato proprio all'organizzazione del viaggio in Russia del leader leghista. 

 

 




"Le parole di Giorgetti che ha detto che bisogna muoversi di concerto con governo? Servirebbe una risposta politica che io non posso dare. Io rispetto il ministro, ma nessuno prevedeva di non coordinarsi. Tecnicamente nessuno ha mai previsto una cosa del genere. Però nemmeno si può vincolare il mandato parlamentare di un senatore dicendo a priori ‘questo non lo devi fare", si difende proprio Capuano, intervistato dall'agenzia LaPresse. "Certo che vanno informati tutti, ed era previsto - ribadisce -. E se il presidente Draghi avesse detto no, non si partiva. Chi ha detto che Salvini sarebbe partito lo stesso? Assolutamente no. Il viaggio era stato organizzato? È irrilevante, uno fa un programma, per fare un viaggio poi si devono compiere una serie di passaggi".

 

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