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Matteo Salvini a Mosca, chi è "il mediatore" Antonio Capuano: "Avevamo un piano. Draghi? Solo dopo..."

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Dietro all'idea di Matteo Salvini di andare in  missione a Mosca c'è lui, Antonio Capuano. Ex deputato di Forza Italia, sconosciuto ai più, "esterno" alla Lega. Intervistato dalla Stampa, il diretto interessato conferma tutto e spiega di essersi proposto come "sherpa" del leghista al Cremlino e dintorni forte dei suoi addentellamenti con varie ambasciate internazionali. Un caso diventato rapidamente una slavina politica, con le accuse incrociate all'ex ministro degli Interni di diventare una pedina in mano alla propaganda di Vladimir Putin. Il rischio, come sentenziato da Giorgia Meloni, era quello di allargare le crepe nella posizione italiana, dando l'idea di un Paese diviso sul da farsi. Considerato il gelo caduto sulla sua proposta (dalla Farnesina e da Palazzo Chigi in primis), lo stesso Salvini ha iniziato a fare rapidamente marcia indietro. 

 

 



Capuano, però, ci crede eccome. "Abbiamo elaborato un piano, discusso solo in ambito diplomatico, che prevedeva, diciamo così, un metodo". La missione a Mosca, spiega a La Stampa, "sarebbe stata l'occasione di sottoporlo ai vertici del governo russo". "Salvini - dice ancora Capuano a chi gli chiede se il governo fosse al corrente dell'iniziativa - non aveva bisogno di alcun mandato. Solo dopo il ritorno da Mosca, se i russi avessero dato il via libera al piano, sarebbe andato da Draghi. E' ovvio che senza il timbro del governo - cosi' l'ex parlamentare che si qualifica come consulente "a titolo gratuito" del segretario leghista - non se ne fa nulla". 

 

 

 

 

La questione Russia-Ucraina agita comunque anche l'ex partito di Capuano, Forza Italia. Silvio Berlusconi scrive al Corriere della Sera per manifestare rammarico in quanto "una tragedia di tanta importanza" viene "ridotta anch'essa a materia di pettegolezzo politico". La posizione "di Forza Italia e mia personale - assicura Berlusconi - è fin dall'inizio quella espressa nella risoluzione di condanna da me votata nel Parlamento europeo e poi ribadita in modo formale e ufficiale in tante votazioni e in tante occasioni, ultima delle quali proprio a Napoli, quando ho detto testualmente che l'Ucraina è il Paese aggredito e noi dobbiamo aiutarlo a difendersi". 

 

 

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