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Giorgia Meloni e Salvini a Mosca: "Crepe nel fronte, a cosa deve fare attenzione"

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Anche Giorgia Meloni dubita dell'opportunità di un viaggio di Matteo Salvini a Mosca. La leader di Fratelli d'Italia non usa i toni irridenti, ai limiti della diffamazione, di molti esponenti del centrosinistra nei confronti del segretario della Lega, ma le sue fresi sono comunque contrassegnate da grande freddezza per l'alleato di centrodestra. 

Del viaggio che il Capitano starebbe organizzando in Russia ("Solo se utile e ce ne fosse la possibilità", si è affrettato a chiarire il diretto interessato) "non conosco i contenuti, dovrei capirne i contorni, immagino che se fa una scelta del genere ne abbia parlato con il Governo del quale fa parte - è il commento della Meloni -. L'unica cosa sulla quale bisogna fare molta attenzione è non dare segnali di crepe nel fronte, abbiamo in questa fase bisogno di una postura solida dell'Occidente. L'unico errore che non dobbiamo fare è dare l'impressione nell'altra metà campo che ci si può infilare in alcune crepe di solidità. Credo che l'interesse italiano sia dimostrarsi un alleato solido e affidabile e aiutare la comunità della quale facciamo parte a fare quello che si può fare, anche per un fatto di interesse economico".

 

 



"Il nostro volume di esportazione con la Russia è dell'1,5 per cento - sottolinea la leader di Fratelli d'Italia intervistata da Bruno Vespa all'iniziativa "Forum in Masseria" a Manduria, in Puglia -, il nostro volume di esportazione con l'Occidente è dell'80 per cento. Se qualcuno pensa che l'Italia se ne può chiamare fuori senza avere un contraccolpo nei suoi interessi, nella sua economia sbaglia di grosso".

Ben più ruvide, come detto, le parole che dal Pd piovono su Salvini. "Anche in queste ore vedo come viene accolta l'ennesima e ultima boutade di Salvini: viene derubricata a folklore. Credo sia il modo di fare sbagliato rispetto al momento e ai tempi drammatici. Non è con il folklore, ma con la serietà che si risolvono le cose. Con i governi parlano i governi. Che si discuta di una visita di Salvini a Mosca rende l'idea del livello a cui siamo arrivati", ribadisce il segretario dem Enrico Letta. "Con i governi parlano i governi, tanto più con un governo invasore come quello russo - gli fa eco Debora Serracchiani, capogruppo del Pd alla Camera, a Rai Radio1 -. A me pare che questo tentativo di visita sia quantomeno strampalata. Nella migliore delle ipotesi diciamo inutile, speriamo che non sia dannoso". "Dal punto di vista diplomatico, una eventuale visita di Salvini a Mosca ha un valore approssimato attorno allo zero - è la velenosa reazione di Lia Quartapelle, responsabile esteri del Nazareno -. Dal punto di vista politico, chiarisce una volta di più dove vuole stare. E se va a Mosca, significa che è persona gradita a quel regime".  

 

 



"Mi spiace che la sinistra italiana preferisca parlare di armi e di guerra. Io alle armi preferisco la diplomazia", è la replica, tranchant, di Salvini. "Il partito che una volta si occupava di lavoratori e operai sa che se la guerra va avanti ancora per mesi, ci saranno centinaia di migliaia di lavoratori che perderanno il posto?".

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