Matteo Salvini, come vuole fregare Giorgia Meloni alle politiche: il piano per farla fuori
Si tiene ben stretto il proporzionale Matteo Salvini. "Cambiare la legge elettorale a pochi mesi dal voto è poco rispettoso verso i cittadini italiani", dice il leader della Lega parlando al Forum Ansa. "Il proporzionale garantisce ancora meno del maggioritario, quindi evitiamo di farci del male e di perdere tempo", prosegue. "Teniamoci l'attuale legge e poi ci saranno maggioranze che si metteranno d'accordo su un programma". Del resto il proporzionale garantisce in primis Salvini, il quale, se andasse in porto la federazione Lega-Forza Italia, diventerebbe il primo azionista del centrodestra e quindi, come osserva Dagospia, sarà lui a dare la carte.
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Ed è lui stesso a dirlo: "In democrazia contano i numeri, il partito che risulta vincitore indica il candidato premier". Con tanti saluti a Giorgia Meloni e alle sue ambizioni di andare a Palazzo Chigi. E chiamato a rispondere sui suoi rapporti con la leader di Fratelli d'Italia, Salvini ammette che ci sono tensioni a livello territoriale. Per esempio, ha ricordato che a Palermo e in altre città ha fatto un passo indietro proprio per evitare di inasprire la situazione: "Io sto lavorando per incontrare e unire".
Il leader della Lega prevede di arrivare primo alle elezioni politiche nel 2023. "Sono sicuro che al voto saremo i primi". E minimizza sul calo di consensi del suo partito registrato da tutti i sondaggi: "Comunque ci porta al massimo storico che abbiamo mai preso alle politiche, quindi averne di cali come questo", precisa Salvini. "Noi abbiamo più di 5000 amministratori locali, quasi 1000 sindaci. È chiaro che la Lega è una forza enorme che soprattutto al centro-sud è nuova, è fresca. Noi abbiamo più di 30 sindaci al centro-sud, quindi è giusto accompagnare questa crescita". E conclude: "Io sono assolutamente orgoglioso del lavoro fatto dai nostri amministratori e dei governatori".