Mario Draghi in Senato, sfida a Conte: "Solo perché l'Ucraina si è potuta difendere"
"Se oggi possiamo parlare di prospettive di dialogo è perché l'Ucraina è riuscita a difendersi in questi mesi di guerra". Mario Draghi lo dice a chiare lettere, al Senato, durante l'informativa sulla guerra in Ucraina, il suo faccia a faccia con Joe Biden e le prospettive diplomatiche, militari ed energetiche. Le parole del presidente del Consiglio, accolte con un applauso, sembrano indirizzate soprattutto a quella parte sempre più ampia della maggioranza che sta facendo muro sul rifornimento di armi italiane a Kiev. Dal Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte alla Lega di Matteo Salvini, fino a Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani.
"L'Italia continuerà a sostenere il governo ucraino nei suoi sforzi per respingere l'invasione russa in coordinamento con i partner europei. Ne va della solidità del legame transatlantico e della lealtà all'Ue", ha sottolineato Draghi. "Il governo ne ha riferito al Copasir, che ha sempre riscontrato la coerenza del sostegno offerto rispetto alle indicazioni e agli indirizzi del Parlamento". Nato ed Europa, ecco i cardini del "patto" che Draghi non vuole tradire. E sulle sanzioni, non si cede di un millimetro: "Dobbiamo tenere alta la pressione sulla Russia, attraverso le sanzioni, perché dobbiamo portare Mosca al tavolo dei negoziati. Il sesto pacchetto di sanzioni Ue sono sostenute dall'Italia", aggiunge il premier. Non c'è insomma spazio per tentennamenti e distinguo.
L'obiettivo è quello di arrivare a una conferenza internazionale come quella di Helsinki (come suggerito dal presidente Sergio Mattarella), subito dopo aver raggiunto un cessate il fuoco. "Occorrerà costruire un quadro internazionale rispettoso e condiviso" per "rendere duraturo il processo di distensione". La crisi ucraina dovrà servire anche a cambiare l'Europa: *E' necessario affiancare alla Nato una vera difesa europea, complementare all'Alleanza atlantica. Il primo passo deve essere la razionalizzazione della spesa militare europea".
Per quanto riguarda l'Italia, Draghi giudica "un atto ostile" l'espulsione dei 24 diplomatici italiani decisa da Mosca. Tuttavia, "è essenziale comunque mantenere i canali di dialogo con la Federazione Russa". Capitolo energetico: "Le stime del governo indicano che potremo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024", anche se "i primi effetti di questo processo di vedranno già alla fine di quest'anno". La guerra, avverte il premier, porterà a una "crisi umanitaria" in Africa e nel Medio Oriente causata dall'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. Si rischia, insomma, di "innescare una crisi alimentare", con "effetti disastrosi in particolare per alcuni paesi dell'Africa e del Medio oriente dove cresce il rischio di crisi umanitarie e sociali. I prezzi erano già molto alti anche prima della guerra, ma l'incertezza è certamente aumentata".