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Fatal Verona: il centrodestra si divide

Tosi e Sboarina

Tosi, appoggiato dagli azzurri, si candida contro il sindaco uscente sboarina, sostenuto da Lega e FdI. Non è esattamente una prova di unità....

Francesco Specchia
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Diciamolo. A memoria di cronista, questa storia fiammeggiante di “Verona città laboratorio” di solito, al centrodestra porta sfiga.

L'altro giorno si è consumato  l’ennesimo deja vu dei tormenti melonian-salvinian-berlusconiani in salsa veneta. Sul Liston, il passeggio della Brà, Flavio Tosi annunciava la candidatura a sindaco ufficialmente appoggiato da Forza Italia (ed ecco, dunque, colà assisi, i maggiorenti e coordinatori provinciali e regionali del partito Michel Zuin, Claudio Melotti, Massino Ferro, Alberto Bozza). Quasi contemporaneamente, 300 metri più in là, tra i brindisi dell’enoteca Corsini, si radunava lo Stato maggiore del resto del centrodestra. Un’adunata parallela appositamente orchestrata allo scopo d’annunciare le dimissioni del referente cittadino di Berlusconi, il contrito Riccardo Caccia, uno tutt’intento a comunicare di «candidarsi col sindaco uscente Federico Sboarina di Fratelli d’Italia, Forza Italia non può chiamarsi fuori dalla coalizione che ha sempre amministrato la città unita». E mentre Caccia parlava la presenza di Sboarina gli faceva da ansiolitico. Insomma. Annunci e ripicche contrapposte, baruffe shakespeariane. 

La fatal Verona come Palermo e come Parma (con i casi Musumeci e Vignali che minacciano scissioni del centrodestra unido jamàs serà vencido). Verona, appunto, città-laboratorio di prove di scissione, di fronde  e di battibecchi tra Fratelli d’Italia e la vecchia guardia, sgualcita, dei berlusconiani; i quali si appoggiano per sopravvivere all’ex sindaco leghista. Il caso politico, invero, appassiona

Da un lato c’è Tosi, primo cittadino senz’altro indimenticato, che si spinge a dichiarare di aver scritto il proprio programma «assieme a Forza Italia»; e che evita al suo consigliere comunale e regionale Bozza di dimissionarsi (nel caso Forza Italia si fosse schierata con Sboarina); e che, così facendo, salva la faccia a Tajani, gonfiandogli la lista come un souflè, dal 2% magari al 6%, di ’sti tempi tutto grasso berlusconiano che cola. Dall’altro lato, svetta Sboarina che non concepisce ontologicamente la “scissione”. E,  anzi, afferma: «La squadra di centrodestra è una sola. Con noi ci sono tutti i partiti e i movimenti civici della storica coalizione: Fratelli d’Italia, Lega, Coraggio Italia, Noi con l’Italia, Udc, Veneta Autonomia, le liste civiche Verona Domani e Verona al Centro. Oggi c’è un unico giocatore che ha scelto di schierarsi dall’altra parte, con Matteo Renzi. Scelta legittima  e che rispetto, ma che non mette in discussione i colori delle maglie delle formazioni in campo». E Sboarina afferma ciò accogliendo tra le braccia il suddetto Caccia ex referente forzista (dimessosi come referente, non come forzista). Caccia ha naturalmente il cuore spezzato, non sopporta le fiamme renziane saettanti negli occhi di Tosi. E si ritiene fiducioso del ripristino dell’ordine naturale delle cose, cioè che FI si riunisca, alla fine della fiera,  a FdI. Eccetera, eccetera. Bozza, il dioscuro dello stesso Tosi, invece, si trova nella curiosa condizione di stare con Zaia in Regione e contro Zaia in  Comune.

Sboarina accusato, in questi anni, di immobilismo diluito nel lockdown, ci spiega, invece, che la sua amministrazione ha prodotto notevoli risultati, solo che sono stati mal comunicati. E giustamente, approfitta, per comunicarceli meglio. Sicché il sindaco rivendica sfilze di successi che mai avresti detto. «Rifacciamo l’aeroporto Catullo con circa 70 milioni; mettiamo a nuovo le strade –dalla Statale 12 all A4- in seguito all’inserimento nelle opere olimpiche ottenuto grazie a Zaia». E ancora  afferma: «Abbiamo fatto partire i lavori per il Central Park in città, un’opera più grande del City light milanese; abbiamo conseguito fusioni di multiutiliy e donato l’extragettito dell’operazione alle famiglie in difficoltà per il caroenergia; abbiamo ritrasformato la Fondazione Arena sull’orlo del fallimento in uno degli istituti italiani più autorevoli sul piano sinfonico…». Controllo. Corrisponde tutto. 

Resta, comunque,  qualche interrogativo. Al netto di un riprovato fastidio per FdI, perché Antonio Tajani coordinatore dei FI (che, tra l’altro non era presente) appoggia Tosi –al quale molto probabilmente andrà una candidatura alle prossime Politiche- nonostante gli stessi sondaggi, diano “Sboarina col centrodestra 43-44%, Damiano Tommasi col centrosinistra 39-40%, Tosi 13-14%”? E perché poi lo stesso Tajani afferma di volere comunque appoggiare il candidato di centrodestra a un eventuale ballottaggio? Per chi, come il sottoscritto, ha ancora il ricordo della spaccatura a destra della fuoriuscita da Forza Italia Michela Sironi che fece vincere il centrosinistra nel 2002; be’, non è un belvedere. Ok il laboratorio, ma, forse qui con gli esperimenti si sta esagerando…

 

 

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