Questo è il momento decisivo per l'Italia. Perché è arrivata l'ora di agire
Questo 2022 sarà un anno decisivo per le prospettive del nostro Paese, ma se ne sta parlando poco. Una delle cause, lodevolissima, è certamente l'attenzione concentrata sulla guerra in Ucraina. Eppure non dobbiamo dimenticare che in Italia si voterà, e si voterà più volte, e dopo l'ubriacatura populista della scorsa tornata politica del 2018, l'esito sarà particolarmente delicato e importante. Si comincerà con alcune elezioni regionali e amministrative, tra pochi mesi, e si concluderà ad aprile-maggio dell'anno venturo con le elezioni politiche generali e quelle regionali in Lombardia. Oggi non voglio ancora parlare di partiti, ma guardare la prospettiva dal punto di vista del sentimento europeista o meno degli elettori.
L'Europa ha compiuto straordinari passi in avanti negli ultimi 24 mesi dal punto di vista della coesione interna: davanti al dilagare della pandemia ha saputo mettere in atto una politica solidale e unitaria, favorendo la ricerca vaccinale e soprattutto mettendo a disposizione dei Paesi più colpiti e più in difficoltà tutte le somme necessarie perchè ogni protezione fosse garantita ad ogni cittadino europeo. E i Paesi del Sud, compresa l'Italia, ne ha tratto giovamento.
Guerra in Ucraina, perché la crisi a Est rilancia la difesa unica europea
Ancora più imponente è stato lo sforzo economico e finanziario messo in atto dalla Ue, ma alimentato soprattutto dai Paesi più ricchi e in un primo momento più riottosi, per realizzare il cosiddetto il Piano di Ricostruzione e Resilienza, per rafforzare e rinnovare le strutture produttive e civili di tutta l'Europa. Ricordiamo che l'Italia ne ha tratto profitto vedendosi assegnata una somma, tra doni e prestiti, di oltre 150 miliardi di euro, di cui 50 ci sono già stati versati. Oggi si pone tra gli altri il problema, troppo a lungo rinviato, della costituzione di un unico esercito europeo, per garantire al meglio, e senza più la dipendenza totale dagli Usa, una difesa e una pace sicura per ogni nostro paese. E continua, drammatica, la necessità di garantire sostegno, e quindi anche risorse economiche e militari a un Paese che è europeo, barbaramente invaso e massacrato dalla Russia. Infine, si pone la duplice necessità di garantirci fonti energetiche diversificate, cioè non provenienti da un solo Paese, la Russia. Mi sembra ovvio che sono problemi non risolvibili da un Paese solo, ma da un'Europa unita e coesa. Ecco perché favorire alle elezioni il prevalere di atteggiamenti antieuropeisti o filoputiniani (e in Italia ce ne sono sia a sinistra che a destra) sarebbe irresponsabile e autolesionista.