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Follia del Pd, concede casa a chi la occupa. Calabria di FI: "Intollerabile sopruso"

Andrea Cappelli
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A Roma chi occupa abusivamente un alloggio, anziché essere sfrattato, otterrà la residenza (più una serie di altri benefit a essa connessi). Sembra uno scherzo, invece è tutto vero. Si tratta dell'ultima trovata del sindaco Gualtieri e della maggioranza di sinistra, che il 10 maggio presenterà una mozione in aula Giulio Cesare affinché il Campidoglio (in deroga al decreto Renzi - Lupi del 2014) tuteli il "diritto alla residenza" di minori, anziani, invalidi e altre categorie fragili; poco importa se questi ultimi occupino un alloggio illegalmente. Difficile comprendere come si faccia a parlare di "diritti degli abusivi" anziché di coloro che - regolarmente iscritti a una graduatoria pubblica - avrebbero diritto a vedersi assegnata una casa popolare o a mantenere il possesso della propria abitazione, ma tant'è.

 

 

LA PROPOSTA
La proposta, come specifica l'edizione romana de La Repubblica ieri, è ispirata a un provvedimento analogo adottato a Palermo dal sindaco Leoluca Orlando, che ha già suscitato l'indignazione e le proteste delle forze politiche di centrodestra. Tra le altre cose, la concessione della residenza agli abusivi darebbe il "via libera" a un "escamotage" per consentire alla popolazione straniera di rinnovare il permesso di soggiorno. Fino ad ora, infatti, a questi ultimi veniva assegnata la residenza in "via Modesta Valenti", indirizzo standard utilizzato generalmente per i senzatetto, che non viene però riconosciuto dalla Questura. Per non parlare del fatto che a beneficiare di una simile "sanatoria" potrebbero essere anche i numerosi centri sociali che da anni occupano illegalmente decine di spazi in ogni angolo della Capitale.

Anziché arginare questa deriva la sinistra romana preferisce agevolare gli abusivi, adducendo come motivazione che «l'impossibilità di ottenere la residenza nega di fatto, per chi vive in situazioni abitative irregolari, l'esercizio del diritto di cittadinanza». Non solo: se attuata, la proposta del Pd faciliterebbe agli occupanti irregolari l'accesso alle utenze (luce, acqua, gas) oltre a consentirgli di iscrivere i figli presso le scuole dell'infanzia del quartiere. A suscitare la commozione del sindaco Gualtieri e degli esponenti della maggioranza anche il fatto che, senza residenza, queste persone non potrebbero esercitare il diritto di voto, incontrando difficoltà anche nel caso in cui volessero iscriversi ai centri per l'impiego. «La residenza- ha dichiarato il Consigliere comunale del Pd Yuri Trombetti, primo firmatario della mozione e presidente della commissione Patrimonio) è un diritto ma anche un dovere. Chiediamo di attuare la deroga già prevista per minorenni e persone in difficoltà».

 

 

MANI AVANTI
L'esponente dem mette le mani avanti: «Ciò non vuole dire "sanare", perché la residenza non dà alcun titolo autorizzativo sull'alloggio ma dà solo alle persone la dignità e la possibilità di accedere ai servizi educativi, sanitari e sociali». Sta di fatto che se il documento dovesse essere approvato, tra una settimana molti dei 12.000 occupanti abusivi che secondo le stime vivono a Roma potranno vedersi riconosciuti diritti di cui non dovrebbero minimamente godere. A osteggiare la proposta è Andrea De Priamo (FdI), Consigliere comunale di Roma e presidente della commissione Trasparenza, per il quale «Il Pd comincia a pagare dazio per l'appoggio elettorale ricevuto dai centri sociali e presenta in aula una mozione palesemente contraria a una legge dello Stato, per dare residenza nei luoghi occupati».

SUDDITANZA
Per l'esponente di Fratelli d'Italia si tratta di «un libera tutti che, unito all'atteggiamento di accondiscendenza e sudditanza nelle recenti audizioni dei centri sociali in commissione Patrimonio, non lascia dubbi sulla strada intrapresa da Gualtieri e dalla sinistra in Campidoglio. Ci opporremo con forza - conclude - a questa deriva, che offende in primo luogo le tante persone in attesa da anni di una casa popolare, che ancora una volta vengono messi dopo gli "occupanti di professione"».

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO, DALLA DEPUTATA FI ANNAGRAZIA CALABRIA

Gentile direttore,
ho sempre ritenuto che l’affermazione della legalità a fronte di situazioni di intollerabile sopruso debba vedere tutti dalla stessa parte. Alla base della convivenza civile, d'altra parte, c’è un principio che non può ammettere distinguo: appropriarsi illegittimamente di un bene altrui, pubblico o privato che sia, non è accettabile. 
Si tratta, evidentemente, di principi elementari che dovrebbero essere acquisiti. Siamo invece costretti a constatare che non è così. Lo dimostra l'incredibile mozione presentata dagli esponenti del Pd nel Consiglio comunale di Roma, che, di fatto, crea significativi margini di legittimazione delle occupazioni abusive di immobili. Secondo il testo, infatti, la presenza di anziani, minori, invalidi o persone fragili tra chi occupa abusivamente un immobile è titolo abilitante all'acquisizione della residenza nell’immobile stesso in cui vivono illecitamente, nonché all'allaccio delle relative utenze. Un principio gravissimo, dietro al quale si cela un passo indietro delle istituzioni rispetto al dovere di tutelare la proprietà privata e la legalità. La sinistra che amministra Roma si sta assumendo la responsabilità di legittimare la sopraffazione perché per ogni persona che occupa illegalmente una casa, ce n’è un’altra che ne viene privata, o perché ne è proprietaria o perché, nel caso di un alloggio popolare, ha titoli e requisiti tali da consentirle di abitarvi. Non va dimenticato, peraltro, che spesso anche chi è vittima di un'occupazione abusiva rientra nelle categorie più deboli. Basti pensare al caso, avvenuto qualche mese fa, del signor Ennio Di Lalla che, costretto ad un ricovero in ospedale, al rientro nella sua casa di proprietà l’ha trovata occupata. Proprio da quell'episodio è nata la mia proposta di legge che interviene sull’articolo 633 del codice penale, aumentando le pene nel caso di mancata liberazione tempestiva dell’immobile occupato e prevedendo l'inibizione dell’allaccio delle utenze per chi lo occupa senza titolo. Un testo che, peraltro, proprio in questi giorni, è all'esame della Commissione giustizia della Camera.
Auspichiamo, perciò, che la deriva ideologica alla base della mozione che sarà discussa in Campidoglio trovi un argine di buon senso. Una società solidale e inclusiva non potrà mai realizzarsi senza il rispetto delle regole.

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