Draghi, proposta indecente a Conte: gli Esteri e Di Maio ko? Come si è suicidato l'avvocato: retroscena-Sorgi
Giuseppe Conte con la sua "linea dura" sul riarmo sta "drammatizzando la rottura della maggioranza davanti a Draghi" tanto da costringere il premier ad andare al Quirinale per consultarsi con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Su questo, scrive Marcello Sorgi su La Stampa, "occorrerà riflettere". Bisogna capire "quanto questa scelta maturata nel momento meno adatto, per l'argomento scelto (l'aumento delle spese militari), e per 'le fibrillazioni' del governo, sia frutto di una ragionata svolta politica, oppure fondata sul delicato rapporto personale di Conte con Draghi".
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L'editorialista sottolinea infatti che "questo aspetto caratteriale non è un mistero per i suoi amici e collaboratori, che lo spingono a superarlo. Conte non ha mai compreso fino in fondo le crisi di governo, privilegiando le ragioni personali su quelle politiche". Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti. "La fine del Conte 1 fu da lui considerata come una mattana di Salvini, provocata dalla gelosia per la crescita di consensi dell'avvocato del popolo, e non dall'impossibilità di proseguire nella collaborazione tra due partiti opposti in tutto, dopo le proteste della base del Carroccio", ricorda Sorgi. "Ne nacque il discorso dell'addio, pronunciato al Senato con una mano sulla spalla del Capitano e fondato quasi tutto sul risentimento personale". E ancora, dopo la caduta del Conte 2, "Conte ha maturato un odio per Renzi, vero responsabile della sua uscita da Chigi e del mancato varo del Conte3".
E da quando è nato il governo Draghi c'è "un gelo nei confronti" del presidente del Consiglio che "gli offrì di entrare nel suo governo come ministro degli Esteri: ruolo importante, secondo solo a quello del premier e che gli avrebbe dato grande visibilità. Oltre a togliere il posto al suo principale avversario interno Di Maio, felice di restare nel suo incarico e capace di sfruttarlo al meglio anche al di fuori delle sue competenze". Questa "freddezza tra premier ed ex-premier", conclude Sorgi, "si è cristallizzata e ha pesato sull'incontro di ieri, trasformando l'aumento delle spese militari in un inciampo che può mettere a rischio la stabilità del governo".