Ucraina, la mossa di Mario Draghi: benzine e tasse, ossigeno per l'Italia. Ma tra un mese... cosa può accadere
Taglio delle accise sulla benzina, crediti di imposta per le imprese, buoni carburante esentasse, rateizzazione delle bollette, allargamento del bonus sociale per le famiglie. Dopo una giornata in cui sono continuate a circolare notizie di mini interventi contro il caro energia per non peggiorare i saldi di bilancio, in serata, uscendo dal Consiglio dei ministri, Mario Draghi ha sfoderato un provvedimento che stanzia complessivamente 4,4 miliardi. Una cifra che si aggiunge ai 15,5 miliardi già messi sul piatto per contrastare l'aumento delle bollette. Da dove sono spuntati i soldi?
A differenza degli altri decreti, ha spiegato il premier, questo «è stato in larga parte finanziato con una tassazione degli extra profitti straordinari delle imprese energetiche» che hanno beneficiato dei rincari «straordinari» dell'energia. Nel dettaglio, come ha spiegato in conferenza stampa il ministro dell'Economia, Daniele Franco, verrà preso in esame il flusso dell'Iva attiva e passiva delle aziende dell'ultimo semestre rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente. Sul margine, se supera i 5 milioni e se lo scostamento è superiore al 10%, si applicherà un'aliquota del 10%. Da questo giochino il Tesoro conta di ricavare ben 4 miliardi di euro, praticamente quasi tutto lo stanziamento previsto del decreto. Un'altra copertura è compresa nell'intervento sui carburanti.
Il decreto introduce uno sconto complessivo, ha detto Draghi, di 25 centesimi al litro fino alla fine di aprile. E le risorse arriveranno dall'extra gettito Iva entrato nelle casse dello Stato attraverso gli aumenti dell'ultimo trimestre dello scorso anno e del primo bimestre del 2022. Risorse stimate: circa 500 milioni. Per quanto riguarda il limitato arco temporale, il governo lo ha giustificato con delle argomentazioni tecniche. «L'intervento è corto», ha detto il premier, «per vedere il mercato come si comporta, poi decidiamo». Farlo più lungo, ha aggiunto il ministro delle Transizione ecologica, Roberto Cingolani, «avrebbe rischiato addirittura di essere controproducente, considerate le oscillazioni dei prezzi» delle ultime settimane.
E proprio per tentare di contrastare le speculazioni il decreto concede all'Autorità dell'energia (Arera) maggiori poteri ispettivi e sanzionatori, a partire dalla possibilità di accedere ai contratti di fornitura di materie prime sottoscritti dalle imprese che producono e distribuiscono energia. Contro il caro-benzina si muove anche l'Antitrust. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiesto ieri informazioni alle maggiori compagnie petrolifere avvalendosi anche dell'ausilio della GdF. L'obiettivo è quello di approfondire le ragioni di tali aumenti e, nel caso, valutare un intervento circoscritto soltanto all'ipotesi di un'eventuale violazione delle norme in materia di abuso di posizione dominante o di intese restrittive della concorrenza. Tra le altre misure, il provvedimento, alzando il tetto Isee da 8mila a 12mila euro, allarga di 1,2 milioni la platea del bonus sociale per le bollette. Passeranno dunque, ha spiegato il presidente del Consiglio, «da 4 a 5,2 milioni le famiglie che pagheranno l'energia come la scorsa estate». Sempre sulle bollette arriva la rateizzazione a favore delle imprese fino a due anni per il costo delle forniture energetiche. Poi vengono introdotti una serie di crediti di imposta sia per le imprese energivore e gasivore, sia per le altre aziende che hanno avuto difficolta a causa dei costi delle materie prime.
Ci sarà poi la possibilità per le aziende di erogare ai dipendenti fino a 200 euro di buoni carburante esentasse, mentre viene introdotto un ulteriore taglio ai pedaggi degli autotrasportatori con uno stanziamento di 20 milioni. Per le imprese in difficoltà arrivano altre settimane di cig in deroga (150 milioni di euro) e per fronteggiare la scarsità di materie prime, su richiesta del ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, viene previsto un controllo delle esportazioni verso paesi extracomunitari, la cui compatibilità con le norme comunitarie dovrà, però, essere verificata con Bruxelles. Il decreto legge interviene anche mettendo a regime alcune disposizione degli ultimi due anni in materia di golden power con carattere di temporaneità. Si prevede ad esempio che il potere di veto possa riguardare anche operazioni di acquisto quote di minoranza extra Ue e operazioni infra Ue, misure che, ha spiegato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, «sono state estese a regime». Si irrobustisce, poi, l'apparato, prevedendo che «il gruppo di coordinamento stipuli un accordo con la Gdf per un monitoraggio di ufficio, al di fuori del regime delle notifiche. Si prevede anche un rafforzamento di apparato organizzativo». Secondo Garofoli questa «esigenza è data anche da alcuni numeri.
Questo apparato funziona su iniziativa di operatori economici che devono acquisire asset nazionali che sono tenuti a notificare l'intento di effettuare le operazioni. Tali notifiche sono passate da 14 nel 2016 a 460 nel 2021». Per il futuro Draghi ha detto che trattandosi di una crisi europea, si aspetta una risposta europea. L'obiettivo è quello di arrivare al recovery bis. «Il problema di creare un fondo si pone», ha spiegato il premier, «si tratta di ripetere il next generation è una cosa che va assolutamente fatta ma non sarà una cosa facile da farsi in poco tempo». © RIPRODUZIONE RISERVATA.