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Ucraina, la donna incinta nell'ospedale di Mariupol? Orrore grillino: fin dove si spinge Lorenzoni

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Figuraccia mondiale per Gabriele Lorenzoni, deputato del M5s. Che ha messo in dubbio non solo il bombardamento sull'ospedale pedriatrico di Mariupol ma pure la donna incinta immortalata dopo l'attacco che ha fatto il giro dei media (che peraltro oggi ha partorito, come si vede nella foto qui sotto). In un post su Facebook il grillino scrive: "Il ministero della Difesa russo ha smentito che l'ospedale pediatrico di Mariupol fosse ancora un ospedale, dicendo che era ormai stato evacuato e veniva utilizzato dai militari ucraini neonazisti del battaglione Azov. La verità in questi casi è sempre difficile da sapere, però è bene sentire anche tutte le campane", afferma il parlamentare, rilanciando le perplessità avanzate da alcuni media russi in riferimento al ruolo della donna incinta.

 

 

La ragazza, scrive Lorenzoni, "sembrerebbe essere una modella e una popolare blogger nella stessa città. Il suo nome sarebbe Marianna Podgurskaya". Salvo poi ammettere, nella versione corretta del post, pubblicata in seguito, che "dal suo profilo Instagram si può vedere che la ragazza è effettivamente incinta".

Lorenzoni è uno dei parlamentari M5S che in una chat interna (pubblicata ieri 10 marzo dall'Adnkronos) hanno manifestato il loro disappunto verso la scelta dei vertici della Camera dei deputati di organizzare un video-collegamento in Aula con il presidente ucraino Zelensky: "In questo momento", dice Lorenzoni interpellato, "bisognerebbe far lavorare la diplomazia, alla fine l'Ucraina è una Nazione in guerra. È inopportuno ospitare l'intervento di Zelensky, penso sia anche un precedente storico".

 

 

Lorenzoni ribadisce in chiaro il pensiero espresso nella chat: "Non bisognerebbe prendere le parti di nessuno, la diplomazia serve a questo. È dannoso schierarsi da una parte o dall'altra, noi dovremmo lavorare per la pace. Zelensky invece vuole l'appoggio della no fly zone". E sul presidente della Camera Roberto Fico, criticato per la decisione di ospitare l'intervento del numero uno di Kiev, si limita a rispondere: "La storia lo giudicherà".

 

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