Green pass, vertice di governo per eliminarlo: ecco la data. Asse Conte-Salvini, Speranza cola a picco
Sta a vedere che, questa volta, una l'imbrocca pure Giuseppe Conte. Lui, l'ex premier (grillino) dei dpcm, quello delle autocertificazioni che cambiavano ogni due mesi e dei cenoni di Natale in famiglia con gli ospiti contingentati. Ieri è andato a Palazzo Chigi e gliele ha cantate, a SuperMario. «Ho chiesto al governo e al presidente del consiglio una revisione globale delle misure, cioè un piano» perchè la situazione è «in netto miglioramento» ed è arrivato il momento di «alleggerire» le misure anti-covid. Oibò, si è svegliato il Movimento cinque stelle.
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O, almeno, il suo presidente che, la cosa non è priva di nota, sembra risposare (quasi) in toto le posizioni già espresse dalla Lega di Matteo Salvini. Che ci sia nell'aria un ritorno all'alleanza giallo-verde è prematuro e forse anche un po' azzardato, però è un fatto che i due leader ultimamente parlano la stessa lingua. E infatti il commento del segretario del Carroccio non è tardato ad arrivare: «Bene Conte», applaude Salvini, «ora la Lega non è più sola in questa battaglia. Via subito l'obbligo di super green pass nei luoghi di lavoro». Ce l'hanno col certificato verde e il vaccino obbligatorio per gli over50, Salvini e Conte. A questo punto diventa inevitabile un confronto fra la maggioranza di governo. Qui a Libero lo diciamo da tempo: santo green pass che ci ha salvato la pelle, però ormai è diventato obsoleto. Ché la misura era quelle temporanea (l'abbiamo ripetuto tutti fino allo sfinimento): fatto il suo (e l'ha fatto, eccome se l'ha fatto) non serve più. L'han ribadito gli esperti, l'han ricordato i virologi, l'han messo nero su bianco i bollettini che, giorno dopo giorno, si fanno più clementi.
SCENARIO POSITIVO
Prendi quello di ieri: cala la qualunque. Vanno giù i contagi (nelle ultime ventiquattro ore se ne contano poco più di 38mila contro i 41.400 di giovedì), vanno giù i ricoveri ordinari (di 302 unità), vanno giù persino le terapie intensive (di altre 29). Ciò che cala, e per fortuna, sono solo i dati delle vaccinazioni: l'89,42% degli italiani con più di dodici anni il braccio ce l'ha messo due volte e l'84,09% ha optato anche per la dose booster. Abbiamo uno degli scenari più incoraggianti d'Europa, e forse del mondo. Quantomeno di quello occidentale.
Che senso ha rimanere in preda alla paura e alle fisime da scenari apocalittici che, in queste ore, di emergenze globali ne abbiamo fin troppe? Allora succede che tocca dare ragione pure a Conte: e, diciamolo, quando uno la dice bene, gli va riconosciuto. «Occhio all'obbligo del green pass rafforzato nei luoghi di lavoro peri cinquantenni», tuona il frontman dei grillini: è stata una misura giusta quando Omicron ha fatto schizzare sule curve del covid che manco le montagne russe a Gardaland, ma se dobbiamo concentrarci sui dati di oggi «restare a casa senza una retribuzione non è più accettabile, soprattutto in tempi di crisi come quello che stiamo vivendo». Anche perché l'altra faccia della medaglia è quella del portafoglio: lievita tutto, dalle bollette alla spesa al super.
PIANO AUTUNNALE
È dunque meglio metterci un freno se non vogliamo ritrovarci a gambe all'aria in pochi giorni. «È necessario anche - conclude Conte, - predisporci per un piano autunnale e invernale per la pandemia, quando potrebbe esserci un ritorno, una recrudescenza del virus». Dunque per allora, e solo per allora, dovremmo «predisporre nuove misure». Adesso no. Adesso dobbiamo aprire tutto quel che possiamo aprire. Sennò non ne usciremo mai.