Nando Pagnoncelli, sondaggio "congelato": come impatta la guerra sui partiti, chi crolla fragorosamente
La guerra scoppiata in Ucraina a causa dell’invasione russa ordinata da Vladimir Putin ha “congelato” anche le intenzioni di voto degli italiani. A segnalarlo è Nando Pagnoncelli, che sul Corriere della Sera ha fatto il punto della situazione sugli orientamenti dei cittadini nei confronti dei partiti, ma anche del premier Mario Draghi e del suo governo.
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“Lo scenario politico di fine febbraio - ha esordito Pagnoncelli - mostra una straordinaria stabilità rispetto a quanto emerso a inizio febbraio, dopo la rielezione del presidente Mattarella. I gelidi venti di questi giorni sembrano aver ‘congelato’, con poche eccezioni, gli orientamenti di voto dei cittadini”. La graduatoria dei partiti vede il Pd confermarsi ancora davanti a tutti con il 21% tondo tondo (+0,2 rispetto alla scorsa rilevazione), con Fratelli d’Italia che però resta molto vicino: la forza politica che fa capo a Giorgia Meloni è data al 19,7% (+0,4).
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Stabile la Lega di Matteo Salvini (18%), così come il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte che perde appena lo 0,1 e si assesta al 15,4%. L’arretramento più consistente lo ha invece fatto registrare Forza Italia: un -0,9 che fa male e che Pagnoncelli motiva con il “ritorno alla normalità dopo i riflettori puntati su Berlusconi e il suo partito durante le settimane che hanno preceduto l’elezione del presidente della Repubblica”. Tra i partiti minori, la federazione composta da Azione e +Europa è l’unica a superare virtualmente la soglia di sbarramento, essendo rilevata al 3,3%.