Enrico Letta, il retroscena di Marcello Sorgi: "Non lo ammetterà mai, eppure non disdegna il voto anticipato"
Mario Draghi potrebbe cominciare a "riflettere sulle elezioni anticipate", scrive Marcello Sorgi nel suo editoriale su La Stampa. Perché "sebbene nulla faccia ritenere che ci sia una nascente strategia che vada in questo senso", dovrebbe far pensare il fatto "che i sette incidenti parlamentari di cui il governo è stato vittima negli ultimi giorni non sono avvenuti per rigurgiti anarchici di peones, ma sono stati programmati e ordinati da leader come quelli di Lega e Fratelli d'Italia, con Forza Italia che, o si è accodata, o ha preso tempo".
Del resto, sul fatto che Giorgia Meloni "punti da tempo a elezioni, non ci piove". Matteo Salvini, seppure sia "ancora indeciso", "non le teme". Da parte sua Enrico Letta, anche se non lo ammetterà mai, "le considera un'opportunità per il suo partito in lenta, ma costante ripresa", sostiene Sorgi. E Giuseppe Conte, "visti anche gli ultimi sviluppi giudiziari che riguardano i 5 stelle, sta cominciando a capire che in queste condizioni resistere alla guida del Movimento fino all'anno prossimo è impossibile". E lui dovrà capire se alle urne "ci andrebbe con l'attuale partito privato del simbolo e della legittimità del vertice, o finirebbe con il mettere la sua residua popolarità al servizio di un nuovo simbolo, finalmente suo".
E poi c'è il cosiddetto centro. "Calenda, Renzi, Toti, pezzi del partito berlusconiano, è già da tempo in corsa. Finora nessuno degli infortuni accaduti in commissione è tale da non poter essere recuperato. Ma se il governo andasse sotto in aula su qualcuna delle riforme care all'Europa attualmente in gestazione? Niente è ancora deciso, come si diceva. Ma che qualcuno stia cominciando a muoversi, non ci sono più dubbi. E Draghi è in tempo per valutare il da farsi", conclude Sorgi.