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Carlo Calenda, il rischio di una crisi di governo: retroscena, il ruolo del leader di Azione

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Marcello Sorgi avverte un “venticello elettorale” che potrebbe soffiare sul “rischio di una crisi” di governo. L’editorialista de La Stampa è partito dal congresso fondativo di Azione, dove Carlo Calenda si è presentato come un possibile alleato strategico per il centrosinistra, seppur “con il limite del suo rifiuto dell’alleanza Pd e 5 stelle”.

 

 

Considerando che il governo presieduto da Mario Draghi non appare più così solido - essendo andato sotto quattro volte nella notte tra mercoledì e giovedì con conseguente strigliata del premier ai capi delegazione della maggioranza - Sorgi non esclude un “orizzonte più largo”, quello che guarda alla possibilità di un anticipo delle urne. Fatto sta che Calenda “ha abbandonato i toni duri verso gli altri partiti del centrosinistra e riproposto la prospettiva di un assetto più centrista”.

 

 

Molto però dipenderà dalla legge elettorale: se resterà quella attuale con un terzo di seggi assegnati con il maggioritario, allora il Pd non potrebbe rinunciare all’alleanza del M5s osteggiata da Calenda. In caso di virata sul proporzionale, che consentirebbe ai partiti di correre da soli e di allearsi poi eventualmente dopo il voto, allora le cose potrebbero cambiare. Ma si diceva del rischio di una crisi di governo: sebbene i membri dell’esecutivo chiedano di evitare incidenti, per ora in Parlamento sulle tre riforme indispensabili per il Pnrr (fisco, concorrenza e giustizia) non c’è ancora la “disponibilità necessaria”.

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