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Sergio Mattarella "terrorizzato" da Mario Draghi: "Pronto a cedere le armi", la verità sul faccia a faccia

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Non è stato un caso che Mario Draghi, nella giornata di giovedì 17 febbraio, abbia reso noto il suo incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A lui il premier avrebbe ribadito quanto avrebbe detto poche ore dopo ai capi delegazione della maggioranza. Ossia: "Non sto al governo per tirar a campare". Secondo Marzio Breda Draghi avrebbe perfino materializzato il rischio di cedere le armi, destando non poca preoccupazione nel capo dello Stato bis. "Impossibile - si legge sulle colonne del Corriere della Sera - non dimostrare al premier condivisione. Uno scudo, insomma". E così sarà. Mattarella infatti vede l'ipotesi elezioni anticipate, in piena emergenza, come l'ultima delle soluzioni. Motivo per cui i due ora devono fare da barriera alla pressione dei partiti al governo, già in modalità "campagna elettorale". 

 

 

Il percorso però è irto di ostacoli. Tra referendum, riforme strutturali legate agli aiuti Ue (concorrenza, giustizia, fisco) e ad altre delicate misure (come un nuovo sistema elettorale) da varare prima del voto politico del 2023, c'è molto da fare. Proprio in virtù di questo il Quirinale non farà mancare la propria assistenza al premier, con l'obiettivo della stabilità, e comunque con suggerimenti più di metodo che di merito.

 

 

L'altra circostanza che Mattarella vuole evitare a tutti i costi è che nei cittadini passi l'idea che in Italia è al lavoro una leadership bicefala. La stessa - conclude Breda - "alla quale una politica in crisi si affida ciecamente come ci si affiderebbe al pilota automatico". Insomma, il presidente della Repubblica, ora più che mai, non ha alcuna intenzione di travalicare il proprio ruolo. La riprova? Gli ultimi impegni: tutti dedicati al sociale.

 

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