Beppe Grillo, schiaffo a Giuseppe Conte: "Le sentenze si rispettano, gli altri tacciano". M5s, decide tutto lui
Dopo il siluro del tribunale di Napoli, ecco quello di Beppe Grillo, il capo-comico che Giuseppe Conte non lo ha mai amato (tanto da osteggiare in modo aperto la sua leadership nei giorni in cui gli fu consegnata. La stessa leadership ora stoppata in tribunale dopo il ricorso degli attivisti). Il siluro, va da sé, è quello che Beppe sgancia proprio contro l'autoproclamatosi avvocato del popolo.
Il punto è che Grillo, garante del M5s, ha "congelato" il Movimento stesso. Il tutto, ovviamente, con un post pubblicato sui social in cui spiega che "le sentenze si rispettano". E ci mancherebbe, per il partito più manettaro che esista: le sentenze si rispettano soprattutto se servono a far fuori il presunto avvocato del popolo. O a riaffermare la propria centralità.
Beppe Grillo aggiunge: "La situazione, non possiamo negarlo, è molto complicata. In questo momento non si possono prendere decisioni avventate". Dopo aver dato sfoggio di presunta saggezza, il garante con le cinque stellette spiega: "Promuoverò un momento di confronto anche con Giuseppe Conte". Poi boccia, in modo indiretto, l'idea di una ratifica del voto espresso ieri, lunedì 7 febbraio, dai vertici pentastellati: "Nel frattempo, invito tutti a rimanere in silenzio e a non assumere iniziative azzardate prima che ci sia condivisione sulla strada da seguire". Smentito insomma Vito Crimi, il quale aveva detto che la sentenza non cambiava nulla e che Conte restava leader. No, non proprio: decide il padre-padrone Beppe Grillo.