M5s, Giuseppe Conte? "Voto illegittimo", il tribunale di Napoli sospende la sua elezione: tornano Grillo e Crimi
Non c'è pace per il Movimento 5 Stelle: il Tribunale di Napoli ha sospeso le due delibere con cui ad agosto è stato modificato lo statuto del Movimento e Giuseppe Conte è stato eletto leader dei pentastellati. Stando a quanto appreso dall'Adnkronos, i due provvedimenti - risalenti al 3 e al 5 agosto scorso - sono stati sospesi in via cautelare per via di "gravi vizi nel processo decisionale". Tra i "gravi vizi", secondo i giudici di Napoli, ci sarebbe innanzitutto l'esclusione dalla votazione di oltre un terzo degli iscritti, circa 81 mila. E di conseguenza anche il mancato raggiungimento del quorum.
A questo punto, quindi, Conte non può più essere considerato il leader dei grillini. Si ritorna a ciò che c'era prima. Tutto adesso sarebbe di nuovo nelle mani del garante, ossia Beppe Grillo, e del reggente, ossia Vito Crimi. Proprio quest'ultimo molto probabilmente dovrà ricominciare da capo, mettendo in piedi il percorso che porterà il M5s ad eleggere una guida a cinque. Si ritorna, insomma, all'organo collegiale che - si era deciso, prima di virare su Conte - avrebbe dovuto prendere la guida del Movimento dopo la fine della figura del capo politico.
Il procedimento contro Conte era stato avviato da un gruppo di attivisti del Movimento subito dopo la votazione. Sarebbero centinaia. E tutti hanno contribuito a pagare le spese legali. "E' stato ripristinato il principio della necessità della partecipazione di tutti gli iscritti nell'adozione delle scelte fondamentali del nostro MoVimento - hanno dichiarato gli attivisti, che avevano depositato il ricorso ad ottobre 2021 -. La parità dei diritti è una pietra angolare del M5S e non può trovare deroga in alcun caso, tantomeno per l'accesso alle cariche statutarie, in quanto non esistono primi inter pares. Ora confidiamo in un processo partecipativo aperto e in una riflessione sugli errori e sulle forzature fatte, chi ha sbagliato deve farsi da parte". Un duro colpo per il presunto avvocato del popolo, che arriva proprio nel momento della battaglia con Luigi Di Maio, una guerriglia intestina - per la leadership - senza esclusione di colpi.