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Dario Franceschini "fa il tifo per la Lega". Retroscena: "Troppi due partiti da 20% a destra", le trame del Pd

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Dario Franceschini spera che la Lega, "possa finalmente cambiare la storia politica italiana. Di tempo se ne è perso troppo. In Italia non siamo mai riusciti a vivere l'alternanza di governo come un fattore fisiologico, come la competizione tra forze diverse che hanno però valori condivisi e che per questo non vedono nell'avversario un nemico, un pericolo. Nella Prima Repubblica ci fu il conflitto tra Dc e Pci; nella Seconda lo scontro tra anti-berlusconiani e anti-comunisti; nella Terza tra europeisti e sovranisti". Ecco perché, secondo il Corriere della sera, l'esponente dem avverte che "il sistema si sta evolvendo e che la ripetizione del vecchio schema può essere interrotto".

 

Franceschini spiega che, "con il Carroccio siamo avversari che governano insieme e che fra un anno torneranno a essere avversari. Ma proprio il fatto di governare insieme, e di aver votato insieme per il capo dello Stato, ci fa capire che questo è il penultimo passo verso un modello di democrazia matura di stampo europeo. Il partito di Salvini è già forza di governo: amministra regioni e comuni, partecipa allo sforzo delle larghe intese. E nei processi decisionali, nell'azione dei ministri, pur partendo da idee diverse noi e loro alla fine siamo riusciti a trovare una mediazione", rileva l'attuale ministro dei Beni culturali.

 

"A mio avviso è innaturale che due partiti del 20% presidino la stessa area di destra. C'è uno spazio al centro, più ampio di quello che occupa Forza Italia. Ecco, penso che la Lega vada aiutata a spostarsi lì: ritengo sia nell'interesse di tutti, anche di Berlusconi, che diventi un normale partito conservatore, a suo modo inserito nell'orbita del popolarismo europeo. Non so quali sviluppi ci saranno in quell'area dove c'è anche Forza Italia. Dico solo che mi piacerebbe se questo processo si completasse. E se sono interessato è perché le loro scelte riguarderanno anche noi. Dopo aver governato insieme per due anni, in un contesto completamente cambiato, sarebbe difficile poi additarci l'un l'altro come elementi pericolosi. E lo scontro elettorale avverrebbe senza drammi. Nessuno potrebbe più usare slogan nei quali si chiede il voto contro il nemico alle porte", il pensiero finale di Franceschini.

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