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Mario Draghi, la cioccolata calda con Salvini: "No a un politico sopra di me". Quirinale, così ha fatto fuori Casini

Pier Ferdinando Casini

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Si è infranto su una tazza di cioccolata calda il sogno di Pier Ferdinando Casini di salire al Quirinale. Venerdì 28 gennaio, nell’appartamento di via Veneto di Giancarlo Giorgetti, rivela Yoda su il GiornaleMario Draghi ha incontrato Matteo Salvini e "sorseggiando appunto una cioccolata calda, gli ha spiegato perché per lui Casini non poteva andare bene come capo dello Stato. 'Un conto è la conferma di Mattarella - gli ha spiegato -, un altro è avere un politico sopra di me al Colle'".

 

 

E così è stato. Infatti il leader della Lega che fino ad allora era stato anche abbastanza favorevole a candidare Casini al Quirinale, ci ha ripensato. E "quella cioccolata è diventata estremamente amara per l'ex presidente della Camera. È stata proprio quella riserva sul nome 'politico' espressa dal premier", prosegue Yoda, a permettere che entrassero in pista due donne, anche se solo per dodici ore: prima Elisabetta Belloni, eppoi, durante la notte tra venerdì e sabato, Marta Cartabia". Due nomi che sono solo serviti a cancellare quello di Casini.

 

 

Lo stesso Casini aveva telefonato a Draghi e gli aveva chiesto: "Caro Mario, ma tu sei contro la mia candidatura?". E il premier aveva risposto: "Ma ti pare? Certo io preferirei il bis di Mattarella o un nome come quello di Giuliano Amato, ma non pongo veti su nessuno". Altroché, il veto c'è stato ed è stato pure "accompagnato dalle pressioni di Giorgetti e di alcuni governatori, la vera corrente draghiana dentro la Lega". Eppure proprio Casini aveva assicurato a Salvini che in caso di vittoria del centrodestra alle elezioni avrebbe dato a lui e non a Giorgia Meloni l'incarico di formare un governo.  

 

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