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Luca Ricolfi, il sospetto su Sergio Mattarella: "Sette anni? Potrebbe star fingendo"

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Luca Ricolfi ha analizza il momento politico post-Quirinale e boccia la strategia di Matteo Salvini. "Ingenuo, vanitoso e incapace, semmai. Non dimentichiamo che è la seconda Caporetto del leader della Lega, dopo quella del Papeete. Lei mi chiede che cosa resta delle leadership politiche, ma le sembra che i vari Letta- Conte-Salvini-Berlusconi erano ancora in grado di esercitare una autentica leadership, prima della catastrofe quirinalizia? Ormai nel sistema politico italiano sopravvivono solo due vere leadership: quella tecnocratica di Mario Draghi e quella idealistica di Giorgia Meloni", rivela in una intervista al Giornale. Il Parlamento si è auto-esautorato per salvare stipendi, pensioni, piccoli privilegi e narcisismi. Il duopolio Draghi-Mattarella non è frutto di un colpo di stato ma del suicidio della politica. Una sorta di moderna e spensierata "allegria di naufragi", per dirla con la poesia di Ungaretti".

 

 

Ricolfi parla anche dl nostro sistema bipolare: "Credo che molto dipenderà dal centro-destra, e ancora di più dalla legge elettorale. Se Forza Italia e i centristi, magari con l'assenso più o meno tacito di Salvini, riusciranno a imporre il proporzionale, andiamo verso un regime consociativo, con partiti sempre-verdi permanentemente al governo, e partiti ruote di scorta, come lo erano Pli-Pri-Psdi nella prima Repubblica. In concreto: Pd e Forza Italia sempre al governo, Lega e Cinque Stelle un po' dentro e un po' fuori, Fratelli d'Italia e "frange estremiste" eternamente out. Un bel paradosso: se Fratelli d'Italia dovesse crescere ancora un po', potremmo trovarci con un sistema politico in cui il partito più votato non ha mai accesso al governo. L'altro scenario è quello che il centro-destra si ricompatti, o meglio si ristrutturi, e il sistema resti bipolare. Ma questa eventualità non è probabile, perché richiede il verificarsi di almeno tre condizioni", spiega Ricolfi.

 

 

"Primo, che non si torni al proporzionale. Secondo, che Salvini ceda lo scettro a Giorgia Meloni. Terzo, che Giorgia Meloni abbia il coraggio di riposizionare Fratelli d'Italia, e per questa via riesca a rifondare il centro-destra". Il sociologo parla poi di Mario Draghi: "Alle volte penso: san Draghi finalmente potrà fare le riforme di cui abbiamo bisogno, infischiandosene dei calcoli elettorali dei partiti che sostengono il suo governo. Altre volte, invece, mi capita di pensare: così come ha finto di essere indisponibile alla rielezione, Mattarella potrebbe star fingendo di voler durare 7 anni, mentre in realtà è pronto a farsi da parte, e aspetta soltanto che maturino le condizioni per cedere il posto a Mario Draghi. In questo secondo caso, addio riforme coraggiose: l'esigenza di conservare l'appoggio dei partiti impedirebbe a Draghi di fare ciò per cui in tanti lo hanno inchiodato a Palazzo Chigi", conclude Ricolfi.

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