Quirinale, dietro al gioco al massacro c'era Zampetti: bomba dalle sacre stanze, il "patto" stretto dal segretario generale
«Il nonno ha fatto giocare i suoi bambini ed è stato bravissimo: ci ha fatto andare tutti ai giardinetti».
Onorevole Michaela Biancofiore, deputata di Coraggio Italia, il nonno sarebbe Sergio Mattarella?
«Lo dico con rispetto, sia chiaro. Non ho nulla contro il presidente Mattarella, chiedere se ci va bene votare Mattarella è come chiederci se vogliamo bene alla mamma e tutti vogliono bene alla mamma».
Ma?
«Ma sono sgomenta, indignata, schifata da come è stata condotta la partita. Soprattutto da parte del centrodestra, che ha bruciato un candidato dopo l'altro e non si è battuto abbastanza per vincere, mentre ne aveva le possibilità. Inoltre, penso che dal Colle siano arrivate indicazioni precise. Tutto è andato secondo i piani del Quirinale».
Sta dicendo che Mattarella non aveva alcuna intenzione di traslocare?
«Sto dicendo che vicino a Mattarella hanno lavorato molto bene affinché ci fosse la conclusione che poi c'è stata: con gli scatoloni fotografati a favore di telecamere. Era tutto organizzato. E ci sta. Chapeau. Siamo stati noi a non averlo capito. Fino a una settimana fa ci avevano fatto credere che Mattarella fosse da considerare storia. In realtà è il presente e fa sorridere vedere vari leader sbracciarsi nelle blandizie verso il capo dello Stato».
Anche lei, quindi, ha votato Mattarella? «Il voto è segreto». Chi ha lavorato per arrivare alla conferma dell'attuale capo dello Stato?
«Chi ha tirato le fila di tutta l'operazione sono stati due o tre politici che sono stati allevati, non è un caso, nella nidiata di Ugo Zampetti, quando era segretario generale della Camera, e che sono stati quelli che in modo ingeneroso e inopportuno, hanno bocciato la candidatura di autorevoli personalità».
Faccia i nomi di chi ha fatto asse con Zampetti.
«Luigi Di Maio, Renzi, Speranza, per citarne alcuni. Non a caso Di Maio è considerato uno dei vincitori della partita del Colle e bisogna dargli atto della sua straordinaria capacità politica, perché ha ottenuto ciò che voleva. Già nel 2018 avevo detto a Berlusconi che Di Maio sarebbe stato un buon premier. Ma tutto il cocuzzaro di Forza Italia, me lo faccia dire, disse no».
Matteo Salvini, invece, è sotto attacco. Cosa ha sbagliato secondo lei?
«Salvini non poteva fare molto di più perché aveva le armi spuntate: ha sbagliato a fidarsi degli alleati, in particolare di Fi - e noi l'avevamo avvisato- che a un certo punto ha marciato con il nemico, ha indossato la maglia della squadra avversaria. E poi ha sbagliato a non portare in Aula, insieme a Conte, quei due nomi autorevoli che ci avrebbero consentito di arrivare ai 60 voti che mancavano per eleggere un presidente della Repubblica se non di centrodestra, di altissimo profilo».
Si riferisce a Franco Frattini ed Elisabetta Belloni?
«Sì. Il presidente del Consiglio di Stato, già ministro degli Esteri, vicepresidente della Commissione europea e commissario per la Giustizia, ha un curriculum che altri si sognano. Renzi l'ha tacciato di russofilia, ma Renzi avrà un decimo della cultura politica e istituzionale di Frattini. Non portare in Aula il suo nome, come quello dell'ambasciatrice Belloni, una donna di grandissimo valore, capo del Servizi segreti, che è stata trattata senza rispetto, è stato uno scandalo».
Forza Italia, il suo ex partito, ha detto no: c'è già un tecnico al governo.
«Forza Italia era contraria a Frattini, per questo il povero Salvini non poteva fare di più. Ma ci rendiamo conto? Tajani con la sua truppa ha impallinato anche la presidente del Senato, Casellati, ed è gravissimo che un partito affossi così la seconda carica dello Stato, per giunta di Forza Italia».
I franchi tiratori, però, sono stati anche in Coraggio Italia, o no?
«Bisogna distinguere tra Toti e Brugnaro, le dichiarazioni sono divergenti sulla Casellati perché c'erano due linee diverse nel partito, ma la cosa scandalosa è che sia Brugnaro che Toti sedevano al tavolo del centrodestra, alleanza che andava rispettata, come ha fatto il sindaco di Venezia».
In questa situazione di centrodestra lacerato a guadagnarne sarà Giorgia Meloni?
«Stimo molto Giorgia e senza dubbio guadagnerà molti consensi, si è visto anche dal voto di Nordio. Però voglio avvertirla: sono le squadre a vincere, non si vince da soli. E proprio Mattarella l'ha dimostrato: con i suoi uomini in Parlamento che hanno gestito i numeri per la sua rielezione».