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Mario Draghi, anticipazioni dal primo Cdm post Quirinale: "Il no a Salvini, ora è un premier nuovo"

Mario Draghi

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Sarà un premier nuovo quello che si troveranno di fronte i ministri quest'oggi, lunedì 31 gennaio. Attorno al tavolo del Consiglio Mario Draghi non avrà pietà dei partiti, gli stessi che hanno spento la sua ambizione di salire al Quirinale. Per questo l'ex numero uno della Banca centrale europea non ha più intenzione di scendere a compromessi: o si fa come dico io o si torna al voto, è il sunto del suo ragionamento. 

Un primo avvertimento alle forze di maggioranza potrebbe arrivare già nelle prossime ore, quando Draghi potrebbe dire "no" a Matteo Salvini. Il motivo? Il leghista ha chiesto un incontro a Draghi e vuole al suo fianco Giancarlo Giorgetti. La richiesta sarà di "un deciso intervento del governo, di almeno 30 miliardi di euro", per abbattere i costi di luce e gas. Richiesta a cui il premier non intende sottomettersi. D'altronde, spiega La Stampa, ci sono già stati tre interventi ravvicinati per abbattere i costi delle bollette e 30 miliardi sono una cifra enorme, di fatto una finanziaria, che andrebbe contrattata con l'Europa.

 

Insomma, ora che non ha più nulla da perdere, Draghi è pronto a sfidare le resistenze dei partiti. Stesso discorso anche su Green Pass, misure anti-Covid e Pnrr. Dall'altra parte dall'atteggiamento di Giorgetti, il premier ha già intuito che da qui alle prossime settimane la Lega potrebbe alzare il tasso di conflittualità. Il ministro dello Sviluppo economico ha già fatto capire che le dimissioni sono lì pronte in caso in cui il governo non passi a una nuova fase. "Il Governo con la sua maggioranza - aveva detto il numero due della Lega - adotti un nuovo tipo di metodo di lavoro che ci permetta di affrontare in maniera costruttiva i tanti dossier, anche divisi, per non trasformare quest'anno in una lunghissima, dannosa campagna elettorale che non serve al paese". In caso contrario l'esito è scontato.

 

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