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Giorgia Meloni, "piena di voti e senza potere". Il "golpe elettorale" per fare fuori Fratelli d'Italia

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Il tema della riforma della legge elettorale è tornato repentinamente sul tavolo dopo che Sergio Mattarella è stato rieletto presidente della Repubblica. Chiusa la partita del Quirinale, si è subito aperta quella sul voto in vista della fine della legislatura: tutti si affrettano a dire che “non è la priorità”, ma in realtà ci pensano eccome perché è un tema chiave per il futuro politico del Paese.

 

 

Secondo il politologo Giovanni Orsina, la riforma elettorale potrebbe rimescolare le carte e spostare gli equilibri: “Col proporzionale puro torneremmo alla Prima Repubblica, ma senza partiti: sarebbe una pazzia - ha dichiarato il docente della Luiss in un’intervista rilasciata a Il Giorno - complicato prevedere cosa succederà, soprattutto al centro con l’incognita Berlusconi e due ‘galli’ come Renzi e Calenda, difficili da mettere insieme”. A rischiare di più è Giorgia Meloni, che può essere “vittima di una conventio ad excludendum in stile Pci” e fare la fine del Rassemblement National: “Pieno di voti e vuoto di potere”.

 

 

In questo modo secondo Orsina si accentuerebbero i problemi di governabilità: “Continuo a ritenere il proporzionale una follia. Toglierebbe agli elettori la possibilità di avere voce in capitolo sulla composizione del governo”. Insomma, il dibattito sulla riforma elettorale si è appena riaperto ma è già molto caldo, essendo cruciale per gli equilibri politici del futuro prossimo.

 

 

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