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Mattarella, come siamo arrivati al bis. Stefano Ceccanti, l'uomo chiave: "I nomi di chi ha lavorato nell'ombra"

 Stefano Ceccanti

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Dietro il Mattarella bis c'è stata una precisa strategia e un lavoro neanche troppo "sotterraneo". Stefano Ceccanti, il professore parlamentare del Pd, rifiuta di essere stato "un profeta". "Un anno fa per iniziativa del presidente Mattarella abbiamo deciso di fare insieme un governo di unità nazionale che sta operando nel modo migliore possibile. Chi ci ha investito seriamente prima o poi doveva capire che quando hai un ponte su un precipizio con due pilastri non puoi spostare nessuno dei due pilastri perché altrimenti crolla tutto", premette Ceccanti nell'intervista a Il Corriere della Sera.

 

 

Dunque, è nato un lavorio sotterraneo, ma "sotterraneo fino a un certo punto, diciamo più delicato e riservato coi colleghi del centrodestra perché lì c'era la tentazione di una spallata". Ceccanti fa i nomi: "Siamo partiti da persone convinte: alla Camera Vittoria Baldino e Sergio Battelli del M5s, Stefano Fassina di Leu, Bruno Tabacci del Misto e nel Pd io, Raciti, Orfini e Verini".

 

 

A quel punto "siamo andati per cerchi concentrici nel M5s e nel Pd e abbiamo tenuto rapporti con chi a destra era contro le spallate", prosegue il professore. Che spiega: "La votazione decisiva è stata la quinta perché in quella c'è stato il tentativo di spallata su Casellati. Lì ci sono stati 46 voti per Mattarella, di cui 35 di centrodestra. C'era dunque una sufficiente massa critica per segnalare che la candidatura di Mattarella era traversale. A quel punto i gruppi dirigenti progressisti hanno assecondato la tendenza...". Ed è finita come sappiamo. 

 

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