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Quirinale, Enrico Letta sul bis di Mattarella: "Certe cose è meglio non dirle", quello che non può confessare

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Enrico Letta si intesta la rielezione di Sergio Mattarella. O almeno ci prova. Durante la conferenza stampa alla Camera in vista di quella che sarà l'ultima votazione, il segretario del Partito democratico non nasconde che le trattative sono state ostiche. "Siamo riusciti ad arrivare a una soluzione in un tempo lungo, ma relativamente rapido rispetto ai blocchi e alle difficoltà. Mi rendo conto che si è dipanato un continuo scontro di veti e veti incrociati". In primis con Matteo Salvini che, nonostante l'apertura a un Mattarella bis, ha accusato gli alleati di aver bocciato tutte le proposte della Lega per il Quirinale.

 

 

"Ci sono state frizioni con tutte le forze politiche e anche dentro la coalizione - ha ammesso lo stesso Letta -. Ieri sera c'è stato un cortocircuito mediatico che ha reso complessa la gestione della vicenda, ma oggi tutto è stato chiarito sufficientemente, in un lungo incontro di coalizione". Ecco allora la sviolinata al centrosinistra: "La nostra coalizione esce da questa prova in parte rafforzata mentre il centrodestra esce da ieri sera diviso in tronconi e questo è un elemento chiave". Insomma, la rielezione del capo dello Stato uscente ha raffreddato i rapporti tra Giorgia Meloni, Salvini e Silvio Berlusconi. Con Fratelli d'Italia ancora una volta dalla parte dell'opposizione. 

Eppure, a sentire la maggioranza di governo, quella di Mario Draghi a Palazzo Chigi e Mattarella al Colle è la scelta più indolore. "Questo scenario è per noi l'ideale, è meglio rispetto allo scenario che si sarebbe verificato con l'ascesa del presidente dle Consiglio al Quirinale". Secondo Letta anche l'esecutivo esce dalla partita più rafforzato, perché "francamente, io non so se saremmo riusciti con i nostri alleati a negoziare su un nuovo presidente del Consiglio in grado di portare il paese alle elezioni".

 

 

Quella di un Mattarella bis è una decisione che ha senz'altro ridimensionato le ambizioni del premier, speranzoso fino all'ultimo di riuscire a salire sul Colle più alto e rimanerci per ben sette anni. Che ci siano stati dei contatti tra i partiti e Draghi allo scopo di convincerlo a rimanre lì dov'é non è dato sapersi. Letta, incalzato, ha preferito sorvolare dicendo che "certe cose penso che sia giusto che non diventino pubbliche". Ma la risposta pare scontata.

 

 

 

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