Quirinale, Bruno Vespa e la "vergogna": "Sangue e me***, come sono ridotti i politici"
Bruno Vespa è nauseato da queste votazioni per eleggere il presidente della Repubblica e cita l'ex ministro socialista Rino Formica che dopo i 101 franchi tiratori di Romano Prodi disse: "La politica è sangue e me***", per dare l'idea di quello che sta succedendo oggi. Premesso che Elisabetta Casellati "sapeva benissimo quanto fosse ardua l'impresa di avvicinarsi ai 451 voti dell'intero centrodestra e andare oltre, visto che la decisione del centrosinistra di non ritirare la scheda escludeva il previsto pescaggio nei 5 Stelle", scrive nel suo editoriale su Il Giorno, "gli oltre settanta franchi tiratori sono troppi".
Troppi perché, prosegue il direttore di Porta a porta, "più della metà (la Lega dice addirittura 45) vengono da Forza Italia, il partito del presidente del Senato, sostenuto apertamente da Berlusconi" e ora "Forza Italia rischia la dissoluzione". Non stupisce invece il "tradimento di una ventina (su 32) di 'Coraggio Italia' di Toti e Brugnaro. Però anche qui: non si può stare in una coalizione per guadagnare qualche seggio nel maggioritario e poi tradirla al primo momento utile".
Anche perché i politici dovrebbero "sapere quale grado di disistima per il Palazzo si sia ormai raggiunto. Volgare e frutto d'ignoranza l'accusa alla Casellati di aver assistito allo scrutinio accanto a Fico, come prevede la Costituzione, essendo soggetto interessato. Lo fecero Cossiga (eletto) e Fanfani (bruciato)".
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Detto questo, lo scenario, conclude Bruno Vespa, è sconcertante: Salvini vuole una donna, Elisabetta Belloni o Paola Severino. Se la sua proposta "è concordata con Letta, cadono le tre teste di serie: Casini, sostenuto da Letta, Renzi e anche da Forza Italia. I 5 Stelle dovrebbero come al solito dividersi. Dopo Casini c'era l'opzione Draghi: non lo vuole in nessun modo Conte (ma Di Maio sì), non lo vuole mezzo Pd e Salvini/Meloni lo subirebbero", nell'ottica di un "nuovo governo (Salvini)" di un "accreditamento post elettorale (Meloni)". I 5 Stelle hanno votato e vogliono Mattarella, "che gli toglierebbe le castagne dal fuoco. In questo caso, però, sarebbe meglio chiudere Montecitorio per dimissioni della politica".
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