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Quirinale, la grande fuga: il centrodestra non ritira la scheda, il Pd si astiene. Il sesto voto sarà inutile

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Incassata la sconfitta sul nome di Elisabetta Casellati, il centrodestra ha comunicato che si asterrà al sesto scrutinio. Una clamorosa retromarcia rispetto alla decisione di una "prova di forza" presa stamattina per la quinta votazione. Del resto sono transitate solamente 382 schede con il nome della presidente del Senato. Un numero decisamente inferiore alle 505 necessarie per traslocare sul Colle più alto. Un risultato oggettivamente sotto le attese sue e pure di Matteo Salvini, che in mattinata aveva optato per sparigliare le carte mettendo in campo un nome di peso come quello della seconda carica dello Stato.

Da parte sua il fronte progressista - Pd, Movimento 5 stelle e Leu - voterà scheda bianca. Così come farà Italia viva di Matteo Renzi. Sinora non ci sono stati contatti tra il leader del Pd Enrico Letta e il segretario della Lega Salvini. È quanto puntualizzano fonti Dem in vista della sesta votazione per il presidente della Repubblica. "Utilizziamo le prossime ore per confrontarci con i partiti del centrosinistra per un candidato condiviso", trapela dal partito guidato da Silvio Berlusconi. 

Fonti del Movimento cinque stelle segnalano che il leader pentastellato, Giuseppe Conte, "sta sentendo il centrodestra che dopo questa forzatura istituzionale ed il fallimento della prova" sulla candidatura per la presidenza della Repubblica di Elisabetta Casellati "appare molto diviso. Si intensificano le trattative". 

 

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