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Quirinale, Elisabetta Casellati si schianta al voto: solo 382 voti. Caos e corsa contro il tempo

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Esce di scena anche Elisabetta Casellati. La fumata nera alla quinta votazione per il Quirinale era prevista, data l'astensione del centrosinistra. Ma la candidata del centrodestra si ferma a 382 voti, ben al di sotto della soglia psicologica dei 400 voti (441 quella del centrodestra stando alle schede bianche di giovedì).

 

 

Sono 71 i voti in meno rispetto ai 453 grandi elettori del centrodestra. Per contro, il Capo dello Stato uscente Sergio Mattarella ha invece ottenuto 46 preferenze. All'appello mancano troppi voti "certi" nel campo del centrodestra, questo complica non poco la trattativa per indicare il presidente della Repubblica. Salvini, Meloni e Tajani sono andati alla prova di forza, se non proprio la spallata, e l'hanno fallita. Ora ci sono due ore di trattative prima della sesta votazione.

 

 

Lo scenario, nella sua complessità, era piuttosto delineato. Prima dello scrutinio, le posizioni erano condivise a destra come sinistra: sotto quota 400, il centrodestra incassauna pesante sconfitta cedendo di fatto il pallino al centrosinistra. Un percorso sempre più stretto destinato a portare, con ogni probabilità, a uno tra Pier Ferdinando Casini, Mario Draghi o Sergio Mattarella, extrema ratio sì ma sempre valida anche a giudicare dai voti presi nella quarta votazione (a cui vanno aggiunte alcune decine di grillini che per lui si erano espressi nella quarta tornata).

Sopra i 400, il centrodestra avrebbe potuto ripartire da una buona base parlamentare per poi cercare qualche altro nome in grado di convincere il centrosinistra a trattare. Se fossimo in una partita di tennis, il colpo che porta al tie-break. 

Sopra i 441, soglia psicologica data dalle "schede bianche" del centrodestra di giovedì, Salvini, Meloni e Tajani avrebbero avuto l'occasione d'oro per riproporre la Casellati nel pomeriggio, mettendo spalle al muro Letta, Conte, Renzi e Speranza: astenersi ancora, con drammatico strappo istituzionale, o scendere in aula e rischiare davvero che qualche franco tiratore incoronasse la Casellati. Una possibilità bruciata, come l'ennesima candidatura di questi primi 5 giorni.

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