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Giancarlo Giorgetti, "Chiedetelo a Draghi". Casellati candidata, una frase sibillina

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Cosa succederà se la candidatura di Elisabetta Casellati non dovesse superare la prova dell'aula? "Eh, boh. Dovete chiederlo a Draghi". Sono le parole sibilline di Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega e ministro dello Sviluppo nel governo di Mario Draghi. Il vice di Matteo Salvini è anche l'uomo forse più vicino all'ex presidente della Bce nella intera coalizione di centrodestra. Secondo molti retroscena, era anche il grande sponsor, insieme ai governatori del Carroccio come Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, di una soluzione "di mantenimento", cioè un passaggio di Draghi al Quirinale con un passaggio di consegne a Palazzo Chigi, senza scossoni per la maggioranza. 

 


Lo scenario ora è in rapido mutamento. La scelta del centrodestra di candidare la Casellati, presidente del Senato, è stata presentata come scelta di apertura nei confronti del centrosinistra, essendo carica istituzionale. Ma dal Pd l'hanno presa malissimo, parlando di crisi di governo nel caso la forzista venisse eletta. Di fatto, la quinta votazione rappresenta una conta delle forze in campo: il centrodestra, per sperare di vincere, avrebbe bisogno di voti dal Misto e pure da qualche grillino. Il centrosinistra, per disinnescare il rischio, ha ordinato ai suoi Grandi elettori di astenersi, proprio come fatto dai colleghi di centrodestra alla quarta votazione. Tutto lascia pensare che in base ai numeri che raccoglierà la Casellati, alla sesta si potrà riprovare a candidarla oppure virare su un altro nome per sbloccare l'impasse dichiarata, rovesciando al colpa sul centrosinistra. E in quel caso, il nome di Draghi tornerebbe prepotentemente d'attualità.

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