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Quirinale, Enrico Letta "ha bruciato il nome di Casini". Voci dalle sacre stanze: una svista? Non proprio...

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Pierferdinando Casini fatto fuori da Enrico Letta? Scoppia il giallo sulla notizia che il segretario dem avrebbe inserito nel novero dei candidati del centrosinistra l'ex presidente della Camera. Annunciata da Alessandra Sardoni alla Maratona di Mentana e subito smentita in diretta dallo stesso Letta e dal suo staff con un messaggio al cellulare della giornalista del Tg di La7. Una mossa che ha fatto muovere Matteo Salvini che a stretto giro di posta avrebbe mollato Casini proprio in quanto "eletto in Senato con il Pd". Il sospetto lanciato dalla Sardoni, ma poi smentito dallo stesso Letta, che potesse essere una gaffe involontaria oppure l'avesse bruciato volontariamente per andare su un nome terzo, ancora più super partes.

 

 

 

La Lega comunque a prescindere ha detto che non voterà Casini e ha annunciato scheda bianca oggi alla quarta votazione, assieme a tutto il gruppo di centrodestra. Ecco che allora ritornano nomi tecnici che da qualche ora aleggiano per il Quirinale: come il giurista Sabino Cassese che però non piace ai Cinquestelle, più forte il nome di Elisabetta Belloni, capo dei servizi segreti. Nomi, questi ultimi due, che hanno avuto una apertura anche da parte di Fratelli d'Italia. Ma probabilmente servirà un altro giorno per trovare l'intesa finale.

 

 

 

Sullo sfondo rimane ancora l'ipotesi Mario Draghi. Un nome, quello del premier, che ad oggi scontenterebbe tutti e forse per questo lo rende ancora tra i papabili. L'ipotesi Casini, il grande rivale di Draghi, non è gradito a Conte e alla Lega, e tra i sostenitori forti del premier c'è soprattutto Enrico Letta. Ma per ora una intesa su un nome sembra ancora non arrivare.

 

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