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Quirinale, Giorgia Meloni "scura in volto": ira dopo il vertice di centrodestra. Poi la mossa: Cassese per far fuori Draghi

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Sembra molto "irritata" Giorgia Meloni per come si è chiuso il vertice del centrodestra. Chi ha visto uscire la leader di Fratelli d'Italia dall'incontro con Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi, la descrive scura in volto. Un deja-vu di 24 ore fa, quando la leader di Fdi è rimasta inascoltata sulla sua richiesta-appello agli alleati di centrodestra di convergere su un nome nella scheda quirinalizia, "per dare un segnale di compattezza".

Ma quella scena che lei voleva evitare è andata in scena oggi con la proposta che non viene accolta, per poi arrivare all'escamotage dell'astensione, che è mossa unitaria di tutto il centrodestra. FdI parla di "nuova occasione andata persa". Una mossa, il non voto, che però non raggiunge il primo obiettivo posto dalla leader di Fdi, quello di dare un messaggio "ai cittadini, da parte del centrodestra che ha una sorta di golden share in questo momento, rappresentando la maggioranza del Paese".

Stasera, dopo questo nuovo passaggio interlocutorio, con i grandi elettori che non prenderanno la scheda e non passeranno nella cabina ex-catafalco il centrodestra si rivedrà, alle 19. Possibile l'apertura del campo a nomi nuovi. Se Salvini ha ribadito il no a Pier Ferdinando Casini, ribadendo che "Draghi sta bene a Palazzo Chigi", si è parlato di convergere su "un nome di alto valore istituzionale". E spuntano i nomi di Sabino Cassese (sempre più quotato), ex ministro e costituzionalista, e di Elisabetta Belloni, ex segretario generale della Farnesina e ora capo dei servizi segreti, nominata da Mario Draghi. Due candidature che non dispiacciono anche a Giorgia Meloni. Anzi, secondo quanto si apprende da fonti vicine a Fratelli d'Italia, a Giorgia Meloni non dispiacerebbero i nomi della Belloni appunto e di Sabino Cassese.

Insomma, alla fine si potrebbe trovare una convergenza, soprattutto su Cassese. Eppure, altri boatos dall'aula riferiscono che se Sergio Mattarella superasse i 200 voti oggi, il segnale sarebbe chiaro e il suo bis si avvicinerebbe. E parecchio...  

 

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