Mario Draghi, l'ipotesi delle dimissioni. Casini presidente? Un ministro: "Alla prima rissa, crolla tutto"
Draghi si dimette? Sì. Anzi no, ma il governo rischia di esplodere. Pier Ferdinando Casini non piace a Mario Draghi, anche se secondo il Corriere della Sera il premier si sarebbe premurato di avvisare il senatore che da parte sua non c'è nessun veto. Il problema però è politico, tutto interno alla maggioranza. "Se dalle urne di Montecitorio dovesse uscire il nome dell'ex presidente della Camera, il premier lascerebbe?
Se fosse eletto dalla stessa maggioranza che sostiene il suo governo, sarebbe difficile per Draghi abbandonare subito il campo. Ma se l'elezione di Casini o di un altro presidente spaccasse la coalizione di unità nazionale segnando la nascita di una nuova stagione politica - scriveva il Corriere della Sera mercoledì mattina - Draghi non vedrebbe altra via che rimettere il mandato. Scelta dolorosa e obbligata, che potrebbe portare il Paese al voto anticipato o aprire la strada al quarto governo della legislatura". Ventiquattro ore dopo la retromarcia: "Palazzo Chigi - titolano in via Solferino -, decisi ad andare avanti chiunque venga eletto presidente". Parole scontate e dovute, vista la situazione. Ma le turbolenze ci sono e ci saranno.
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Quella delle dimissioni di Draghi, anche considerato lo smacco del suo mancato trasloco sul Colle, non è comunque un'ipotesi completamente campata in aria. "Draghi considera se stesso il candidato naturale per il Colle, sente di essere "migliore" dei tanti nomi circolati in queste settimane. E solo un bis di Mattarella o l'elezione di Giuliano Amato, due pezzi da novanta di cui ha stima personale, lo terrebbero a palazzo Chigi senza masticare amaro", rivela Dagospia.
Il nome di Draghi, inizialmente tramontato nei retroscena a caldo del mercoledì sera, è però tornato in ballo anche considerata la freddezza di parte dei 5 Stelle e del centrodestra nei confronti di Casini. Ma c'è un grosso problema nella compagine di governo. Se alla fine non verrà votato, Draghi resterà sì a Palazzo Chigi ("se i partiti lo confermeranno", è la sibillina chiosa del Corsera), ma secondo un ministro, ovviamente sotto anonimato, "al primo incidente di percorso, alla prima rissa, cadrà tutto". Per SuperMario vita breve: un anno, o forse molto meno.