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Quirinale, Giancarlo Giorgetti: faccia a faccia con la Boschi e le parole su Draghi. Un doppio segnale?

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Dettagli, particolari, forse insignificanti o forse no. Dettagli sulla corsa quirinalizia che arrivano direttamente dall'aula, dal Parlamento, dalle sacre stanze. Già, siamo tutti qui a provare ad interpretare un segno, un dialogo, un cenno. Il tutto mentre lo stallo continua, almeno in apparenza: anche il voto di oggi, mercoledì 26 gennaio, il terzo, sarà un nulla di fatto. Sarà fumata nera.

I nomi sul piatto sono sempre i soliti. La previsione più quotata indica un derby finale tra Mario Draghi e Pierferdinando Casini, che potrebbe risolversi domani o, al più tardi, venerdì. C'è poi Elisabetta Casellati, la presidente del Senato, su cui il centrodestra potrebbe provare a contarsi. Ma non senza rischi, anche perché, forse, non vi è una totale convergenza tra alleati sul nome.

Insomma, il caos continua, anche se il cerchio sembra stringersi. Ed eccoci così all'ultimo dettaglio, all'ultimo segnale. Si parla di quanto segnalato da Aldo Cazzullo nella sua diretta sul sito del Corriere della Sera. Si parla di Giancarlo Giorgetti, il leghista che sarebbe grande sponsor di Mario Draghi al Quirinale, pizzicato nel bel mezzo dell'aula mentre teneva un lungo colloquio con Maria Elena Boschi. Si cerca una convergenza sul nome del premier? Chissà.

Per certo, poco dopo la segnalazione di Cazzullo, sono arrivate anche le parole di Giorgetti. Una breve dichiarazione, ma pregna di significato: "Draghi? Dicono che nessuno lo vuole votare. Quindi, se nessuno lo vota, è difficile che diventi presidente". Così il ministro a Fanpage e Fatto Quotidiano. E su Casini? "Eh Casini... quando c'è casino...". Giorgetti, ci permettiamo l'esegesi delle parole, conferma in un qualche modo il derby tra i due nomi. Ma le parole più pesanti sono su Draghi: "Dicono che nessuno lo vuole votare". Che la verità sia un'altra?

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