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Otto e mezzo, Massimo Giannini: "Oggi girava una voce a Roma". Presidente a maggioranza, "poi crolla tutto"

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"Una discesa agli inferi". Massimo Giannini, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, considera la seconda giornata di votazioni per il Quirinale "ancora peggio" della prima interlocutoria giornata. Il premier Mario Draghi aveva preso una iniziativa politica, auto-candidandosi e incontrando Matteo Salvini. La situazione sembrava sbloccata, ma poi le cose con Salvini e con i 5 Stelle non sembrano andate bene e la cavalcata verso il Colle si è bruscamente interrotta. 

 

 

 

"Se chiedi a questo presidente del Consiglio di restare dove sta a condizione di cambiare tutta la squadra dei ministri, ci sta che lui ti dica 'io pongo le mie condizioni e a queste io non ci sto'. Oggi - spiega il direttore della Stampa - Draghi è in congelatore e si è andati al muro contro muro. L'impressione è che da questa impasse non si esca se non al prezzo di sfasciare tutto". 

 

 

 

 

 

 

"Qualcuno - rivela ancora Giannini - nei conciliabili qualcuno iniziava anche a ipotizzare: qui si fa una bella crisi e si va a elezioni anticipate". Motivo? "L'elezione di un presidente a maggioranza. Il centrodestra, con un po' di voti di Draghi e dei fuoriusciti dai 5 Stelle la candidatura di Elisabetta Casellati potrebbero anche portarla a casa. In quel caso però viene giù tutto, io vedo il rischio del grande sfascio". E il giudizio duro di fonti della Lega, che in serata parlano di "chi mette veti e dice no a ripetizione", in riferimento al centrosinistra che ha respinto i tre candidati del centrodestra e ha proposto un "tavolo dei leader" per individuare una soluzione comune, sembra avvalorare la tesi sfasciata di Giannini. E se Marcello Pera, Carlo Nordio e Letizia Moratti sono, come crede qualcuno, "gli agnelli sacrificali" per arrivare al vero candidato, ecco che l'asso Casellati fa già capolino dalla manica.

 

 

 

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