Quirinale, Elisabetta Casellati "alla quarta votazione". Indiscreto pesantissimo dall'aula: crolla il centrosinistra?
Più "un'apertura di partita" che "uno scacco matto". Aldo Cazzullo usa una suggestiva immagine scacchistica per commentare, in una riga, la scelta dei tre candidati di centrodestra al Quirinale. Sono Carlo Nordio, Letizia Moratti e Marcello Pera. Esclusi Antonio Tajani, numero 2 di Forza Italia e dunque troppo "di parte", ed Elisabetta Casellati, anche lei forzista ma soprattutto presidente del Senato. "Abbiamo voluto tenere fuori le istituzioni", hanno sottolineato Matteo Salvini e Giorgia Meloni dall'auletta della Camera.
Confermando, di fatto, quello che ora molti sospettano: è proprio la Casellati l'asso nella manica di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Non da stasera e nemmeno dalla terza votazione, ma probabilmente dalla quarta, quando il tetto da raggiungere sarà quello dei 505 voti e sulla seconda carica dello Stato potrebbero convergere anche molti centristi e, chissà, pure qualche grillino che contribuì a votarla a Palazzo Madama nella primavera del 2018.
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"Alla fine il roseto della destra è stato potato", ironizza ancora Cazzullo, nella sua diretta su Corriere.it. "Giovedì il centrodestra proverà a votare uno dei suoi nomi. O uno dei petali della rosa presentata oggi, o più probabilmente la Casellati, sperando nei voti centristi e in qualche grillino - conferma sempre la penna del Corriere -. Se dovesse fallire, si apre la scelta tra Draghi e Casini. Oppure l'appello a Mattarella", una extrema ratio a cui sempre più partiti iniziano a pensare concretamente, con il sottosegretario Bruno Tabacci che la caldeggia. Nel dubbio, è la notazione di colore (è il caso di dirlo) di Cazzullo, "la Casellati è vestita di un verde ancora più verde di quello di ieri. Verde speranza".
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