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Quirinale, Sergio Mattarella e il bis: "Il cavillo per la prorogatio". Fonti qualificate: eletto a sua insaputa
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Un cavillo apre la strada al bis di Sergio Mattarella al Quirinale. Lo assicura Michele Ainis, tra i più stimati costituzionalisti italiani, in un fondo su Repubblica. Siamo ancora nella fase, del tutto preliminare, delle "liste di candidati". Ma il paradosso è che il primo accorgimento del candidato perfetto, nota Ainis, "è negare l'esistenza stessa della sua candidatura, per evitare di bruciarla". Ed è questo che getta sulle elezioni un "velo d'opacità". E non mancano i paradossi, perché se presidente venisse eletto Mario Draghi, potrebbe benissimo esserci un postino di Siena, omonimo dell'attuale premier. E in quel caso il suddetto postino potrebbe a buon diritto presentarsi davanti ai corazzieri. Che si fa? L'elezione del Capo dello Stato è regolata da leggi scritte, ma anche da prassi e consuetudini, e dunque "si presume che il nuovo presidente sia persona già nota agli italiani", e quindi sarebbe rispedito a casa senza troppi complimenti.
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Ma c'è un'altra regola non scritta, questa sì invece molto più impattante sugli scenari politici dell'immediato futuro. Mattarella? "Scade il 3 febbraio, ma con l'aria che tira non è detto che quel giorno il Parlamento abbia già trovato il successore - sottolinea Ainis -. Che ne sarà, quindi, di lui? La Costituzione non lo dice. L'articolo 85, difatti, menziona un'ipotesi diversa: se le Camere sono sciolte, o mancano meno di tre mesi alla loro cessazione, l'elezione slitta, mentre il presidente viene prorogato. Sicché delle due l'una: o s' estende per analogia la prorogatio anche a questo caso, oppure il 3 febbraio subentrerà il supplente, cioè la presidente del Senato", vale a dire Elisabetta Casellati.
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In questo caso "più giusta la prima soluzione, giacché la supplenza muove da un 'impedimento' del capo dello Stato, mentre qui l'impedito è il Parlamento. Che perciò - prosegue il costituzionalista - potrebbe giocare uno scherzetto al vecchio presidente: per rieleggerlo basta non eleggerlo, basta mandare a vuoto ogni successiva votazione, tanto lui verrebbe prorogato. Chi invece non può subire proroghe è il presidente del Consiglio, ove venga eletto al Quirinale. Dovrà dimettersi con effetto immediato, dato che la Costituzione vieta il doppio mestiere".
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