Quirinale, la fucilata di Roberto Calderoli contro Draghi: "Siamo una democrazia, ecchec***", svelato il ricatto del premier
Trattative in corso, in questa prima giornata di voto per il Quirinale. Trattative serratissime e che per ora, però, non sembrano portare ad un risultato, ad un nome condiviso per la successione a Sergio Mattarella. Oggi, lunedì 24 gennaio, è il giorno dei faccia a faccia. Attivissimo Matteo Salvini, che ha incontrato nell'ordine Mario Draghi, Giuseppe Conte ed Enrico Letta.
Davvero difficile leggere la situazione. Certo, il nome di Draghi pare sempre essere il favorito. Ma nessuno si sbilancia. E, anzi, in molti sono pronti a bocciarlo. Forse è strategia. Forse, semplicemente, si cerca la quadra sul futuro governo, ragione per la quale nessuno può esporsi sul presidente del Consiglio, almeno fino a quando l'accordo sarà strutturato al dettaglio (nome del premier, dei ministri, programma, sottosegretari).
E tra chi boccia Draghi, almeno a parole, ecco Roberto Calderoli. Già, il leghista che ha ben pochi rivali in termini di conoscenza di dinamiche parlamentari. Secondo quanto riferito da Aldo Cazzullo nella sua diretta quirinalizia che cura sul sito del Corriere della Sera, Calderoli è stato lapidario, tranchant, insomma non avrebbe lasciato spazio a dubbi né interpretazioni. "Non esiste un presidente della Repubblica tecnico più un premier tecnico. Siamo una democrazia, eccheccavolo", ha sbottato. Insomma, un "no" a Draghi, ma relativo. Il messaggio è chiarissimo: il premier vuole il Quirinale? Allora a Palazzo Chigi deve finirci un politico. E sarebbe proprio questo uno dei nodi più difficili da sciogliere, con Draghi determinato a strappare un premier tecnico in sua sostituzione. E se si pensa, però, a quanto possa essere difficile trovare un nome politico che tenga insieme la maggioranza, si capisce quanto il quadro sia sempre più intricato.