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Pier Ferdinando Casini, l'impensabile decisione del "candidato" al Colle: non lo ha fatto. E in Vaticano...

Pier Ferdinando Casini

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Non è un dettaglio il fatto che Pier Ferdinando Casini non sia andato a messa. Voleva evitare i giornalisti, voleva evitare di rispondere a domande impertinenti sul Quirinale. Così, riporta il Corriere della Sera in un retroscena, ha deciso di rimanere a casa: ha acceso il maxischermo del salone, ha messo su Rai uno e ha ascoltato seduto sul divano l'Angelus di Papa Francesco in diretta da piazza San Pietro. E Amen. Ha ripreso in mano il telefono. Sta cercando di capire se deve preparare il trasloco al Quirinale. E non è affatto sereno, anche se nulla dipende da lui. Dunque Pier Ferdinando ha passato la domenica al telefono, camminando nervoso nel salone, soffitti alti e decori barocchi che affaccia su piazza del Gesù e il palazzo rococò che fu la sede storica della Dc, 

 

 

"Potrei parlare per ore senza dire niente", ha detto di sè tempo fa Casini. Ma in realtà la sua storia parla per lui. Casini creando l'Udc ha accolto i naufraghi cattolici e li ha condotti da Berlusconi. Con il quale poi ha litigato finendo con l'appoggiare i governi di Monti, Letta, Renzi, Conte e Draghi.

 

 

Marco Follini, che lo conosce molto bene, ha detto: "Dei difetti di Casini penso di essere, a mio modo, un esperto. So che in lui il talento e la furbizia, e l'ambizione e la lealtà, si tengono sempre in precario equilibrio... Ma il capo dello Stato, ce lo ricorda l'esperienza di molti, si nutre di quella che viene chiamata appunto la 'grazia' di Stato. E cioè la capacità di prendersi sulle spalle il carico di un Paese... Ecco, Casini possiede il dono della mediazione. E di mediatori il Paese ha e avrà sempre bisogno". 

 

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