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Andrea Riccardi, l'agnello da sacrificare a casaccio: Quirinale, l'ultima "trovata" della sinistra

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Dopo il passo indietro di Silvio Berlusconi, con richiesta di non convergere su Mario Draghi, la corsa al Colle si complica: difficile trovare la quadra ai primi voti, anzi quasi impossibile. Ora, fari puntati dal quarto voto in poi. E che fare, nei primi tre?

Una risposta a cui la sinistra avrebbe trovato una risposta: Andrea Riccardi, nome di bandiera da votare "a casaccio", giusto per dimostrare di essere compatti e per serrare i ranghi nei primi voti, quando la maggioranza richiesta è di due terzi.

Il nome del fondatore della comunità di Sant'Egidio era emerso già durante alcune riunioni del M5s e avrebbe il consenso di molti ambienti Pd. Professore universitario, settantadue anni, Riccardi nel 1973 fondò, in un ex convento di monache carmelitane, un centro di preghiera molto attivo nella solidarietà con i poveri, nonché per la promozione di incontri per il dialogo e la pace. Dal 2011 al 2013 è stato ministro per la Cooperazione del governo Monti, attualmente presiede la Società Dante Alighieri.

Nel frattempo, si attende il vertice di oggi: presenti Enrico Letta, Roberto Speranza, Giuseppe Conte e Matteo Renzi, in cui si vorrebbe definire la linea del centrosinistra. Non si escludono nemmeno confronti con altre forze politiche per cercare convergenze dell'ultimo minuto.

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