Mario Draghi al Quirinale, "il tradimento dei ministri": chi non lo vuole presidente dentro il governo
"Il presidente lavora, come al solito, sui temi più urgenti per gli italiani". Così fanno sapere da Palazzo Chigi, mentre la partita del Quirinale è ai nastri di partenza. Le uniche considerazioni da parte di Draghi si limitano a tre. La prima che "la maggioranza che eleggerà il nuovo Capo dello Stato sia la più ampia possibile, anche superiore a quella attuale". La seconda. "Se toccasse a me - ha detto il premier ai leader, cercando di tranquillizzarli - non potrei certo essere io a indicare il nome del successore o formare un esecutivo. Lascerei mano libera ai partiti", sottolinea il Giorno. La terza considerazione è quella che, "se andassi al Colle, farei di tutto per portare a compimento la legislatura fino a esito naturale".
I 5stelle iniziano a ragionare seriamente sull'opzione Draghi e la Lega sembra meno granitica nella sua opposizione, mentre Renzi si dice sicuro che "giovedì o venerdì avremo il nome del nuovo Presidente". Ma nessuno sa come risolvere il rebus del futuro governo. Il premier le sue "consultazioni" le ha già fatte. "Prima una serie di incontri con i maggiorenti M5s (Fico in testa, Di Maio in pratica tutti i giorni) per assicurarsi la fedeltà delle loro truppe, poi il filo diretto con Letta (sul suo nome, il Pd è compatto), poi le parti sociali (Bonomi, John Elkann) e, ovvio, Mattarella", rivela il Giorno.
Nel nuovo governo senza Draghi alcune caselle resterebbero intatte (Difesa, Esteri, Economia) altre muterebbero. Un governo più politico che tecnico con al vertice o Colao, diretta emanazione di Draghi o la Cartabia. Nelle ultime ore è circolata anche la voce che a succedere al premier potrebbe essere Elisabetta Belloni, ex direttore generale della Farnesina, scelta da Draghi nel maggio scorso per dirigere il Dis (i servizi di sicurezza). Il problema è che coloro che sono al governo temono di perdere il posto, e quindi rimangono scettici verso l'ipotesi della ascesa al Colle di Draghi.