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Quirinale, la trattativa tra Matteo Salvini ed Enrico Letta: l'ipotesi, accordo in due punti

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Il centrosinistra ha bocciato le proposte di Matteo Salvini per il Quirinale: nell'ordine, Maria Elisabetta Casellati, Letizia Moratti e Marcello Pera. Bocciata anche le proposta del Pd: Giuliano Amato e quelle di Giuseppe Conte: Filippo Patroni Griffi e Andrea Riccardi. Salvini e Meloni avrebbero un altro paio di assi da giocare: nel mazzo, scrive Repubblica, ci sarebbero Paola Severino e Giulio Tremonti. "L'obiettivo è quello di evitare che si finisca su Draghi, ma tutti ai piani alti del centrodestra sanno benissimo che l'esito può essere proprio quello", scrive Repubblica. Mentre la strategia utilizzata d Letta per favorire il trasloco di Draghi al Qurinale è quella di, "fingersi immobile, laconico, scarso di iniziativa, tessendo nel frattempo una tela invisibile di colloqui e di contatti, tra Chigi e le Camere dove ormai si è acquartierato, per mettere in sicurezza il governo, neutralizzare l'assalto al Colle della destra, eleggere un presidente il più possibile somigliante a Sergio Mattarella", riporta sempre Repubblica.

 

 

 

Letta lo ha detto a Giorgetti, con cui si sente spesso, e pure a Salvini, che vedrà presto a quattrocchi. Lo ha ribadito nel faccia a faccia con Matteo Renzi. "In questa fase non ci possiamo permettere né giochini né sotterfugi. Dobbiamo sederci tutti intorno a un tavolo per stringere un patto di legislatura e rafforzare politicamente il governo, sia se Draghi va al Colle sia se resta a Chigi. "Avendo chiaro che in un Parlamento tanto frammentato nessuno ha i numeri per fare da solo. Non c'è ragione di votare un nome di destra, riconoscendo a quella coalizione una leadership che non ha. E attenzione: il quadro tiene solo se si sgombera il campo da questa bufala".

 

Ma anche il patto di legislatura ha le sue incognite: Salvini sarebbe pronto a firmarlo, ma con la garanzia che si formi un "governo dei leader" con lui o l'attuale viceministro Nicola Molteni al Viminale come ministri. Condizione inaccettabile per un Pd che ha fatto le crociate contro i decreti sicurezza. "Troppe variabili che rendono ormai quasi una chimera l'elezione di un capo dello Stato alla prima votazione". Draghi però punta tutto sul fatto che il suo nome è quello che unisce.

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