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Finanziamenti ai partiti, Rifondazione comunista fa il botto: quanti soldi prende, in gran silenzio

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Fabio Rubini
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Il ruolo di mazziere assunto da Matteo Salvini nella partita del Quirinale sembra piacere agli elettori. Secondo l'ultimo sondaggio commissionato dal Carroccio a Enzo Risso, la Lega non solo cresce nelle intenzioni di voto, ma torna anche ad essere il primo partito in Italia. Se si andasse alle urne oggi il partito di Salvini porterebbe a casa il 20,6% dei consensi - +0,2% rispetto all'ultima rilevazione del 17 dicembre- scavalcando così il Partito democratico che perde lo 0,9% e si attesta al 20,05%. Sul gradino più basso del podio si accomoda Fratelli d'Italia con il 18,9%, in calo dello 0,5%. La notizia più confortante, però, arriva dalla somma dei partiti di centrodestra che, con Forza Italia al 9,1%- in salita dello 0,2%- e i cespugli al 1,5%, arriva 50,1% del totale delle intenzioni di voto. Il centrosinistra - con M5S al 15,9%, invece, risulta ben staccata al 46,8%.

Numeri, capite bene, che danno coraggio alla coalizione guidata da Salvini anche in chiave quirinalizia. Un'eventuale rottura con piddini e Cinquestelle che porterebbe dritta alla caduta del governo Draghi e alle elezioni anticipate fa decisamente meno paura. Se Fratelli d'Italia deve leccarsi le ferite per il controsorpasso nei sondaggi, può però festeggiare guardando alle casse del partito che si riempiono grazie ai fondi ricevuti dal due per mille. Nella classifica stilata ogni anno con i dati del Ministero dell'economia e finanza, nelle prime tre posizioni restano Partito Democratico, Fratelli d'Italia e Lega Salvini Premier. Rispetto al 2020, però, si è registrato il sorpasso del movimento di Giorgia Meloni sul Carroccio. Prima di scendere nel dettaglio, riassumiamo la vicenda del due per mille. Andiamo con ordine. Dopo l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, nel 2014 è stata introdotta la possibilità, su base volontaria, di destinare il due per mille dell'Irpef ai partiti. Nel 2021 - i dati sono riferiti ovviamente alle dichiarazioni del reddito del 2020 - gli italiani che hanno deciso di dare una mano al loro partito di riferimento sono stati appena 1.360.520, pari al 3,28% del totale.

 

 

Una percentuale in calo dello 0,2% rispetto al 2019, che in soldoni, però, fa qualcosa come mezzo milione di euro in meno rispetto all'anno precedente. Nelle tasche dei partiti sono così finiti circa 18,5 milioni di euro, non certo una cifra da capogiro. ma chi li ha incassati? Al primo posto della classifica anche quest' anno è rimasto il Partito democratico che si conferma una macchina raccogli soldi e che riceverà dai suoi sostenitori 6.907.837 di euro- mezzo milione secco in meno rispetto al 2020 - che corrisponde al 36,23% del totale. Dietro al Pd quest' anno c'è Fratelli d'Italia che, come detto, ha sorpassato in questa speciale graduatoria la Lega. Giorgia Meloni potrà così contare su 2.697.915 di euro, pari al 15,37%. Retrocede al terzo posto, invece, in Carroccio di Matteo Salvini che si ferma a 1.822.937 di euro. A questo dato, però, va fatta una postilla.

 

 

Nella graduatoria, infatti, compare anche la "vecchia" Lega Nord per l'Indipendenza della Padania che porta a casa un onorevole risultato con 485.090 euro (il 3,27%). Sommando i due dati - anche se i due movimenti fiscalmente vivono di vita propria - la galassia che fa capo a Matteo Salvini arriva a incassare 2.308.027 di euro, poco più di 300mila euro in meno rispetto a Fratelli d'Italia. E gli altri partiti? Boccheggiano. L'unico, a parte quelli citati, che riesce a superare la soglia psicologia del 4% - per l'esattezza il 4,03% - è un po' a sorpresa il Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea che, evidentemente, può contare su uno zoccolo duro di fedelissimi. A seguire ci sono altri 30 partiti. Tra questi Articolo 1 (3,87%), Federazione dei Verdi (3,77%), Italia Viva (3,46%) e Sinistra Italiana (3,17%). Sotto al 3% ci sono Azione di Carlo Calenda (2,65%), Forza Italia di Silvio Berlusconi (2,36%) e Più Europa (2,16%). In classifica non compare il Movimento Cinquestelle che fin dalla sua fondazione ha scelto di non ricevere contributi pubblici. Nemmeno quelli che gli darebbero volontariamente i sostenitori. 

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