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Luigi Di Maio, Marcello Sorgi: "Porta voti a Mario Draghi per far fuori Giuseppe Conte", retroscena-Quirinale
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Se il centrodestra è "in stallo" sul nome di Silvio Berlusconi, nel centrosinistra le cose non vanno meglio. Dopo il vertice con Letta e Speranza Giuseppe Conte su un eventuale passaggio di Draghi al Quirinale, "ha messo le mani avanti, dicendo senza mezzi termini: i miei non lo voterebbero. Questa pregiudiziale, poi corretta leggermente quando è venuta fuori dal sistema di comunicazione pentastellato, per dire che nulla si può escludere, ha portato il vertice vicino a un risultato nullo", scrive Marcello Sorgi nel suo editoriale su La Stampa.
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Il problema è che Conte non ha idea di "quale potrebbe essere il comportamento finale dei Grandi Elettori grillini nelle votazioni a Camere riunite". Sprattutto, prosegue Sorgi non è a conoscenza delle "manovre di Di Maio, che immagina al lavoro per garantire a Draghi il maggior numero possibile di voti pentastellati. Trovarsi a rischio di essere smentito dalla base parlamentare quale che fosse l'orientamento che deciderà di prendere, rappresenta un notevole disagio per Conte".
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Il risultato è drammatico. Perché a quattro giorni dall'inizio delle votazioni per il nuovo presidente della Repubblica, "il centrosinistra continua a giocare di rimessa (anche all'interno del Pd Draghi trova parecchi oppositori)" mentre "il centrodestra è bloccato dalla candidatura di Berlusconi e secondo Sgarbi l'idea che possa essere accantonata in un prossimo vertice prima di domenica non esiste". Inoltre, candidature di centrodestra alternative come Pera, Moratti, Casellati o Frattini "non le vuole Berlusconi e non verrebbero accolte dal centrosinistra". Insomma, conclude Sorgi, "raramente alla vigilia dell'elezione del capo dello Stato si è assistito a uno stallo" come questo.
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