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Beppe Grillo indagato, ecco perché siamo felici: soldi, il comico M5s come un traffichino qualsiasi

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Dunque Beppe Grillo è indagato per una questione di soldi, finanziamenti al suo sito fatti da Vincenzo Onorato, armatore della compagnia Moby che in cambio avrebbe avuto una certa attenzione da parte dei parlamentari Cinque Stelle. Il reato ipotizzato è quello di "traffico di influenze", una trappola introdotta dal partito dei giustizialisti nel 2012 (governo Monti, ministra della Giustizia Paola Severino) e per la verità stupidamente approvata anche da Forza Italia. È un'arma che i magistrati hanno usato e usano come una clava nelle loro scorribande sul terreno della politica, il più delle volte si tratta di un teorema: siccome qualcuno ti ha aiutato a fare politica se tu ricambi la gentilezza sei equiparato a un delinquente.

 

Questa premessa per dire che noi di questa inchiesta della Procura di Milano non ci fidiamo fino a prova contraria. Ma siamo felici di vedere i Cinque Stelle e Grillo vittime delle armi improprie che hanno usato contro i loro avversari e sputtanati per giochetti che mi auguro non costituiscano reato ma che certamente li mettono sul piano di traffichini qualsiasi. Chissà che cosa avrà da dire oggi il ministro tontolone Toninelli, quello che sosteneva la superiorità genetica dei grillini, vediamo se qualcuno di loro avrà il coraggio di urlare in faccia agli avversari, come ai vecchi tempi, "onestà, onestà", chissà se il loro portavoce Marco Travaglio oggi farà la sua prima pagina su "Grillo ladro" come avrebbe fatto per qualsiasi altro politico.

 

Dubito che accadrà qualche cosa di simile. Per Grillo i magistrati sono sacri fino a che uno di loro non gli rinvia a giudizio il figlio per stupro, allora apriti cielo; per i Cinque Stelle se Salvini aggredisse un giornalista sarebbe da impiccare sulla spiaggia, nulla di grave se Grillo un giornalista lo manda all'ospedale (è indagato pure per questo); per loro un avviso di garanzia equivale a una condanna ma non se a riceverlo è il loro magistrato preferito che di nome fa Piercamillo Davigo. Mi auguro che in questo Paese non ci sia più nessuno a credere alle baggianate di questi scappati di casa (anche sui soldi che avevano promesso di restituire si potrebbe discutere a lungo) che hanno avvelenato i pozzi della politica e fatto perdere all'Italia anni di crescita con i loro inutili governi del popolo.

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