Quirinale, bomba di Marcello Sorgi: "Forse già al primo voto di lunedì 24", c'è subito il presidente della Repubblica
Centrodestra e centrosinistra - Giorgia Meloni esclusa - sono "uniti" nel sostenere il governo Draghi ma "non sono in grado di trovare un punto di incontro e una candidatura condivisa" sul Quirinale. Per questo, è la "sensazione" di Marcello Sorgi, "presto o tardi, magari non in tempo per la prima votazione di lunedì 24", si arriverà "a Draghi". Ipotesi contro la quale, ricorda l'editorialista su La Stampa, "s'è di nuovo schierato Salvini, il kingmaker che finora, nelle sue consultazioni informali, ha ricevuto solo dei 'no'". Oggi 19 gennaio "il vertice dei giallorossi" che però finora "hanno giocato di rimessa, lasciando agli alleati-avversari di governo la prima (fallimentare) mossa".
Del resto, Silvio Berlusconi, osserva Sorgi, "dovrà prendere atto che la sua corsa volge alla fine". Il problema è che "il vuoto lasciato dalla sua rinuncia non sarà così facile da riempire per Salvini e per il centrodestra". In primis perché il Cavaliere "è convinto che la sua candidatura non possa essere archiviata come se nulla fosse". Ma anche perché se il centrosinistra, ragiona l'editorialista, non è disponibile a votare Berlusconi, non lo sarà anche per altre candidature del centrodestra.
Insomma il centrosinistra difficilmente voterà Marcello Pera, Letizia Moratti, Franco Frattini o Elisabetta Casellati. In altre parole, conclude Sorgi, Salvini e il centrodestra "si scontrerebbero con lo stesso muro con il quale ha dovuto fare i conti Berlusconi". E nulla è scontato anche per Pier Ferdinando Casini, "la carta di riserva che Renzi vorrebbe proporre ai due schieramenti". Il rischio, conclude il giornalista, è "di essere proposto e di non essere eletto".