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Quirinale, Tajani smentisce Sgarbi: "Non è il portavoce di Berlusconi", cosa succede davvero ad Arcore

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Secondo il “telefonista” Vittorio Sgarbi la cosiddetta “operazione scoiattolo” si è “oggettivamente fermata”. A stretto giro di posta è arrivata la replica di Antonio Tajani, che ha voluto mettere un punto sulla questione: “Sgarbi non è il portavoce di Silvio Berlusconi. Risponde a se stesso, sicuramente non parla a nome del Cav”. Per il coordinatore nazionale di Forza Italia il centrodestra è ancora compatto e non esiste una candidatura alternativa a quella di Berlusconi per il Quirinale.

“Nessun dirigente di Forza Italia - ha sottolineato Tajani - ha mai detto che il partito uscirebbe dal governo se Mario Draghi dovesse salire al Quirinale: noi diciamo una cosa diversa, c’è ancora bisogno di un governo di unità nazionale per combattere e sconfiggere la pandemia e senza Draghi sarebbe difficile andare avanti perché non c’è una personalità come lui”. Per quanto concerne l’elezione del prossimo presidente della Repubblica, secondo Sgarbi le cose stanno però diversamente,

“Il centrodestra parte da 450 voti, ne servono 505 - ha riassunto a La Stampa il critico d’arte - allo stato attuale dobbiamo contare la defezione di 10 o 20 per malattia, 10 o 20 perché sono no vax e non possono raggiungere Roma, altri 20 franchi tiratori. Ha bisogno di più di cento voti e dove li trova? Non ci sono”.

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