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Quirinale, Alessandro Sallusti e l'azzardo di Matteo Salvini: promosso generale, oppure morto

Alessandro Sallusti
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Non hanno i toni dell'ultimatum ma certo le parole che ieri ha pronunciato Matteo Salvini mettono un punto fermo nei giochi per l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica per quanto riguarda il Centrodestra. Silvio Berlusconi - è il senso della dichiarazione - ha tempo fino a domenica per dimostrarci di aver trovato i voti necessari, e se così non sarà il leader della Lega si sentirà libero di percorrere altre strade. 

 

È lo scatto in avanti che si aspettavano i suoi collaboratori ed elettori, più che un annuncio è la presa in carico della responsabilità che spetta al capo di una coalizione. Ed è anche una mossa coraggiosa e rischiosa, la storia insegna - vedi Pierluigi Bersani con Prodi - che se uno prende l'iniziativa sull'elezione del Capo dello Stato e toppa il conto è salatissimo, il destino segnato quasi irrimediabilmente. Facciamo tre scenari. Salvini non si fida della conta di Berlusconi ma Berlusconi tira diritto: fine del Centrodestra; Salvini si fida, appoggia Berlusconi ma l'operazione fallisce: fine di Berlusconi e, almeno in parte, di Salvini; Berlusconi domenica si arrende, Salvini fa convergere il Centrodestra su un altro candidato: se va, Salvini da capitano promosso a generale sul campo, se toppa Salvini morto. 

Ovvio che detta così è una analisi un po' semplicistica, per esempio perché non penso che Giorgia Meloni starà a guardare e accetterà la qualsiasi da Salvi ni e da Berlusconi. Ma non complichiamo, da qui all'elezione ogni giorno avrà la sua cifra che potrà addirittura contraddire quella precedente. Oggi è sceso in campo Salvini, domani vedremo. Per lui è certamente l'ora decisiva, la più difficile della sua carriera, nella quale deve dimostrare di saper pilotare nella tempesta politica la nave del Centrodestra, non solo di saper riempire le piazze della Lega come ha fin qui fatto egregiamente.

 

Il porto del Quirinale non è un approdo qualsiasi, se Salvini se la sente ha il diritto di provarci a dare le carte ma deve mettere in conto che l'eventualità di rompere con Berlusconi sarebbe una decisione che cambierebbe per sempre la storia della politica. Mi auguro che sappia tenere i nervi saldi e, ovviamente, gli auguro di cuore di non sbagliare il colpo perché in canna ne ha uno solo.

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